Riforma istituzionale: democrazia.

Day 1,531, 11:32 Published in Italy Italy by Feliks Edmundovic

Questo è un gioco.
Nei giochi ci si diverte se si ha un ruolo,
se si ha la consapevolezza di potere, nel proprio piccolo, fare qualcosa.
In questo gioco più si è, più si vince.
Noi vinciamo quindi se riusciamo a coinvolgere più persone.



La legislatura è cominciata da quattro giorni e l'ultima cosa che spero è che la proposta di riforma di accesso al Congresso cada nel dimenticatoio: questo perché gioco da molto tempo ormai, con questo e con l'account che ebbi tempo fa, e sono sempre più convinto che ciò che distingue l'eItalia dalle nazioni forti di questo gioco sia la PARTECIPAZIONE.


La proposta è quella espressa già nel precedente articolo: chiudere la visualizzazione del Congresso a chiunque, meno che ad una lista di utenti verificati e sicuri. A questa lista, aprire tutte le sezioni e specialmente una nuova ("piazza?") dove sia consentito alla cittadinanza di discutere anche le questioni più delicate.





Contro questo proposito, fino ad ora sono state utilizzate due motivazioni: la prima è che tutto ciò non sia di interesse, perché il Congresso conta poco, la seconda è di chi sostiene che gli argomenti trattati siano troppo vitali per la nazione, dunque non si debbano esporre al pericolo di fughe di notizie verso paesi nemici.

1. Il Congresso conta meno che in passato?
Se è vero, è perché l'unico altro organo a cui risponde è il governo, che, formato da tecnici competenti e dotato delle strutture esecutive, è ormai l'unico che possa fornirgli o meno le informazioni necessarie ad assumere decisioni.
Se il corpo elettorale avesse la possibilità di controllare l'operato dei propri rappresentanti, essi stessi, in Congresso, sarebbero più forti e più utili al bene collettivo.

2. In Congresso si trattano temi troppo delicati?
Nulla che poi non ricada inevitabilmente sulla situazione di ciascuno: se vogliamo evitare lo spionaggio, ne abbiamo gli strumenti, basta avere un meccanismo che consenta l'entrata nel gruppo dei "cittadini verificati e sicuri" che distribusca le responsabilità. Se poi qualcuno si facesse scappare anche mezza parola su questioni di interesse strategico, fuori lui e chi si è preso la responsabilità di portarcelo dentro.
Questo è un rischio, ma un rischio che possiamo e dobbiamo correre, se vogliamo un'eItalia numerosa e forte in questo gioco.


Determinato al dibattito,

Feliks,
co-Ministro all'Informazione
Sottosegretario agli Affari Esteri con delega al coordinamento delle Ambasciate