L'oracolo del Sole PT.1 - La Rivelazione

Day 5,956, 05:24 Published in Italy Italy by Avrelivs



Il Tempio del Dio Sole da anni si ergeva, luminoso e imponente, nel cuore di Roma, ammaliando la vista e il cuore di una schiera sempre più importante e numerosa di romani.

La donna si tolse il cappuccio foderato di pelliccia, che l'aveva riparata dal tempo invernale assai poco clemente, e lasciò che lo sguardo vagasse per le intricate colonne e i numerosi bassorilievi che decoravano l'esterno del tempio.

Pace e tranquillità pervasero il suo animo, sensazioni che non riusciva più a provare da quando aveva sperimentato gli orrori della guerra.
Sebbene ancora giovane, il suo volto era solcato da alcune cicatrici e aveva ucciso più avversari di quanti se ne potesse ricordare.
Per la gloria di Roma e del Sole invitto.
Risalì i gradini della scalinata che portava al tempio con calma, aveva tutto il tempo del mondo ora che un'altra tribù germanica era stata sconfitta e ricacciata indietro nel barbaricum.



L'interno del tempio non era certamente meno imponente.
Dalle alte finestre filtrava inoltre sempre il sole che rischiava il marmo e i cuori dei visitatori.
Pace.

"O gloriosus deus Solis invictus,
Gratias tibi agimus pro tua luce splendidissima
Quae viam nostram in proelio duxit.
Cum tuo fulgore divino et tua potentia,
Milites nostros protegist et ad victoriam duxisti.”


Recitò, inginocchiandosi di fronte all'altare.
Non c'era nessuno a quell'ora, l'imperatore aveva deciso di festeggiare la vittoria con un mese di feste e spargimenti di sangue al Colosseo.
Un effimero tentativo di potersi ergersi così difensore del popolo e allungare di qualche mese la sua vita altrettanto effimera.

Era così concentrata nella sua preghiera, che a malapena riuscì a udire un sinistro rumore provenire dalla sua destra.
D’istinto, estrasse il suo gladio, pronta a difendersi. Ma non c'era nessuno.


“Osi estrarre la spada nel mio tempio?”
Una voce echeggiò, amplificata, e la ragazza per poco non lasciò cadere il suo gladio.

La statua del dio Sole Invitto… stava parlando?

“No, non stai avendo un‘allucinazione,” la statua parlò, sorridendo, benevola.
L'altra rinfoderò la spada e accorse a inginocchiarsi di fronte a quell’apparizione.

“Oh, potente Sole, cosa desideri da questa umile servitrice?”
“Il mio Impero è sempre più destinato alla rovina. Gli imperatori sono deboli, i politicanti astuti e malvagi. I soldati che dovrebbero proteggere la nostra incolumità indietreggiano di fronte a dei barbari e gli ufficiali sono più interessati al denaro e al potere che alla battaglia.”
“Dio, io cosa…”
“Hai combattuto in numerosissime battaglie e dimostrato un coraggio che solo una vera adepta può mostrare, una brama di far bene per il tuo Impero che va al di là del potere e del denaro.”
“Io faccio solo il mio dovere,” esalò la ragazza.

La statua sorrise.
“Allora lo farai anche per me. Non posso rimanere fermo di fronte alla rovina dell'Impero. La mia richiesta è semplice: dovrai reclutare un corpo di soldati d'elite, come te interessati non tanto al potere e alla politica ma solo alla difesa degli innocenti. E con questo corpo, combattere il nome del Sole Invitto e di ciò che è buono e giusto.”
La ragazza rimase in silenzio, ancora incredula.
“Solo così l'ordine potrà tornare e l'Impero perdurare. Lo farai?”
“Sì, qualsiasi cosa per il Sole Invitto!”

La statua annuì.
“Vai, allora. Trova qualche compagno che ti aiuti in questa impresa e se non ti dovessero credere, mostra loro il mio vessillo.”
E improvvisamente, da una delle finestre, volò dentro il tempio una bandiera che si andò a posare sull'altare.

Era nera con una grande aquila al centro.
Lo prese in mano e si voltò ma già la statua era tornata a essere mera pietra.

“D'accordo, accetto.”