La verità sul Massacro di San Valentino

Day 5,934, 05:22 Published in Italy Italy by Al Caprone

Di Al Capone

Sono passati quattro giorni da quel fatidico giorno in cui sette uomini furono brutalmente uccisi in un garage di Chicago. Da allora, la stampa e le autorità mi hanno accusato di essere il mandante di quella strage, senza alcuna prova. Oggi voglio dire la mia verità, per mettere fine alle calunnie e alle menzogne che mi hanno rovinato la reputazione.

Non ho ordinato il Massacro di San Valentino. Non ho mai avuto nulla a che fare con quella faccenda. Non conoscevo nemmeno le vittime, che erano membri della banda rivale di George "Bugs" Moran. Non avevo nessun motivo di eliminarli, visto che il mio affare di alcolici andava a gonfie vele e non avevo bisogno di fare la guerra a nessuno.

Chi ha organizzato e eseguito il Massacro di San Valentino? Non lo so, e non mi interessa. Forse è stato lo stesso Moran, per eliminare dei traditori o dei rivali interni. Forse è stata un'altra banda, per approfittare della situazione e rubare il loro territorio. Forse è stato qualcuno che voleva incastrarmi, per farmi fuori dalla scena. Non lo sapremo mai, perché la polizia non ha mai fatto indagini serie e ha preferito puntare il dito su di me.

Perché mi hanno accusato? Perché sono il capro espiatorio perfetto. Perché sono il nemico pubblico numero uno, il simbolo del male, il mostro da abbattere. Perché sono il capo della più potente e rispettata organizzazione criminale di Chicago, che ha saputo creare ricchezza e lavoro in una città devastata dalla crisi economica. Perché sono un immigrato italiano, che ha sfidato il proibizionismo e le leggi ingiuste di questo paese.

Non sono un assassino. Sono un uomo d'affari, un benefattore, un mecenate. Ho donato milioni di dollari alle opere di carità, ho finanziato ospedali e scuole, ho aiutato i poveri e i bisognosi. Ho creato un impero legittimo, basato sul commercio di alcolici, che è una merce richiesta e apprezzata da milioni di americani. Ho dato lavoro e protezione a migliaia di persone, che mi sono grate e fedeli.

Non mi pento di nulla. Ho sempre agito secondo la mia coscienza, la mia morale, il mio codice d'onore. Ho sempre rispettato le regole del gioco, e ho sempre difeso i miei interessi e quelli dei miei associati. Ho sempre trattato con rispetto e cortesia i miei avversari, e ho sempre cercato di evitare la violenza inutile. Ho sempre pagato le mie tasse, anche se il governo mi ha perseguitato e condannato ingiustamente.

Non ho paura di nulla. Affronto la vita con coraggio e determinazione, e ho raggiunto il successo e la fama. Ho affrontato la malattia con dignità e speranza, e ho trovato l'amore e la pace.

Questa è la mia verità. Questa è la mia storia. Questa è la mia leggenda.