Sullo status di membro fondatore
Feliks Edmundovic
Circa un anno fa ero pressoché sparito dalla politica e dalla comunità eitaliana. Avevo portato a termine l'obiettivo che mi ero prefissato ancora un anno prima (fine 2011) quando ero tornato con questo nuovo account, cioè creare qualcosa di utile che restasse anche una volta che avessi lasciato il gioco.
Avevo ricreato la farnesina, lavorandoci su da gennaio a settembre 2012: mi trovavo così nel dubbio se avesse ancora senso restare su erep, e mi stavo lentamente avviando al due-click.
A gennaio 2013 mi fu offerto nuovamente l'incarico di organizzare una diplomazia per EDEN, l'alleanza di cui facevamo parte all'epoca: la vita di EDEN era palesemente agli sgoccioli, ma, un pò per noia e un pò per curiosità, questa volta accettai il lavoro.
L'organizzazione poi la mettemmo insieme, ma non fece in tempo ad essere utilizzata per la contemporanea caduta di EDEN.
Mentre ci lavoraramo, però, ebbi il modo di conoscere più a fondo la struttura delle diplomazie e delle politiche dei nostri alleati: priorità, organizzazione, mentalità.
Mi resi conto che esisteva una relazione forte tra il fatto che un paese fosse grande ed in crescita e la sua apertura verso l'"estero".
I paesi piccoli erano ripiegati sulle questioni interne, mentre in quelli grandi il dibattito pubblico si spostava spesso sulle faccende internazionali.
E' di questo che vorrei parlarvi, e di quello status di membri fondatori di alleanze che i grandi paesi vogliono tenere per sè.
Sottosviluppo
A me questa equazione paesi piccoli=interesse interno, paesi grandi=interesse esterno ricorda molto la relazione RL tra i paesi ricchi, industrializzati, e quelli poveri, che esportano materie prime.
Erepublik è chiaramente un sistema molto semplificato, un modello del mondo reale, ma se qui esistesse un dibattito sul sottosviluppo penso che partirebbe dalla stessa domanda da cui parte il dibattito reale.
Cioè i paesi piccoli sono ripiegati su se stessi perché sono piccoli, o viceversa? Così come in real ci si chiede: i paesi poveri sono tali perché esportano materie prime, o esportano perché sono poveri?
E' la classica domanda se sia nato prima l'uovo o la gallina, e la risposta RL è che le due cose vanno più che altro di pari passo.
Il Botswana, per intenderci, è povero ed esporta materie prime: comunque la si guardi, non può dotarsi di colpo di un sistema industriale e diventare ricco, oppure diventare ricco e dotarsi di un sistema industriale.
Se anche il Botswana decidesse di punto in bianco di prendere tutte le risorse del paese e convogliarle per la costruzione di un grande centro industriale all'avanguardia finirebbe per non guadagnarci: dovrebbe importare i macchinari più complessi, assumere ingegneri stranieri (e quindi costosi, sennò non si schiodano da casa) e personale in grado di gestire il complesso, anch'esso probabilmente straniero.
Il complesso di operazioni da fare e gestire finirebbe per portare l'operazione in perdita, ed infliggere alla popolazione delle privazioni che solitamente questa è disposta ad affrontare solo in particolari casi (un'ideologia forte è uno di questi).
Questo è un discorso su cui si può stare a parlare per ore: qui non voglio entrare troppo nel merito della RL.
L'ho riportato qui in erep invece perché torna utile per il discorso riguardo a come incrementare il nostro peso.
Crescita: uno status di membro fondatore aumenta la nostra forza?
Si è parlato molto e si sta tuttora discutendo dell'obiettivo di guadagnarci uno status di membro fondatore nell'alleanza antiserba che si verrà a creare.
Ma è davvero un obiettivo che ci torna utile? Secondo me, no.
Vi spiego perché.
Partiamo dalle uguaglianze di prima (paese piccolo=interesse interno, paese grande=interesse esterno): se ci si aggiunge l'assunto che questi termini siano legati e contestuali, cioè se consideriamo vera l'idea che un paese piccolo non può diventare grande dall'oggi al domani (che è l'assunto RL della relazione paesi ricchi/paesi poveri) otteniamo la constatazione che queste uguaglianze rappresentino una tendenza.
Ora la sto mettendo giù un pò schematica, però il senso è che un paese piccolo tende ad essere ripiegato su se stesso e viceversa.
Il che vuole dire a sua volta che un paese che si interessi di questioni internazionali tende ad essere grande ed un paese che si interessi solo di questioni interne tende invece ad essere piccolo.
E' un ragionamento che secondo me si riscontra in erep: la Bulgaria negli ultimi mesi è molto interessata di questioni interne, e sta diminuendo di numero e forza, così come altri paesi, ad esempio USA e Indonesia.
Al contrario, la Spagna è stata al centro dell'attenzione per diversi mesi, ed è tornata ad essere una potenza, invertendo il declino (numerico e di danno in battaglia) che l'aveva interessata fino a prima di quest'attenzione.
Si spiega anche il fallimento del babyboom francese: arrivato per la pubblicità di un giocatore, ha trovato un paese in cui si discuteva solo di affari interni, ed ora i francesi sono tanti quanti erano prima del BB.
Tutto questo è un ragionamento che può sembrare complesso, ma in realtà è solo la spiegazione di una realtà empirica che tutti noi possiamo vedere coi nostri occhi: se non si sa una ceppa di cosa accade fuori dalla comunità italofona non si capiscono le guerre, e quindi ci si sente in balìa degli eventi.
Perché come ci ha ricordato il Ministro degli Interni in carica, ciò che determina la realtà virtuale di erep sono i rapporti di forza e i meccanismi del gioco: per quante leggi possiamo inventarci, è ciò che sta dentro www.erepublik.com che ha l'ultima parola su tutto.
Dato poi che gli eventi più evidenti e rilevanti si hanno sul campo di battaglia, sentirsi tagliati fuori da ogni comprensione, stufa.
La noia porta al delete.
Ora, posto tutto questo, a me sembra che un seggio da membro fondatore (assumendo che i membri fondatori abbiano più responsbilità rispetto agli altri nella gestione dell'alleanza) sarebbe qualcosa di più simile all'impianto industriale del Botswana piuttosto che ad una crescita ragionata e solida.
Comporterebbe una serie di oneri costosi, perché acquisteremmo un'importanza particolare agli occhi dei nostri partners più grossi: così come il Botswana dovrebbe importare ingegneri, noi, anche se abbiamo già i nostri "ingegneri" (chi si occupa di esteri è oggi in numero crescente) dovremmo probabilmente gestire una presenza molto maggiore di diplomatici stranieri interessati al nostro seggiolone.
Il che per un paese forte è normale, ma un paese che è ancora piccolo rischia di subire, più che sfruttare, la presenza straniera: proprio perché saremmo giuridicamente pari ad altri, ma di fatto molto più deboli, sarebbe facile per agenti esterni cercare di far pressione su quella o quell'altra parte politica per ottenere guadagno.
Perché è certo che la nuova alleanza è la nostra maggiore speranza per ottenere movimento e attenzione internazionale alla nostra penisola, ma non sarà come EDEN: la formazione che sta nascendo non si basa su un'unione di nazioni di media grandezza, com'era la nostra vecchia Fratellanza difensiva.
Questa sarà un'alleanza probabilmente offensiva, guidata da alcune grandi nazioni che non hanno interesse nel dividere la guida per legittimarsi.
D'altra parte i guadagni sarebbero ben pochi: a determinare le strategie militari è l'attenzione dei combattenti ai vari scenari di guerra, e questo non si guadagna con un seggio occupato da un governo.
Né ci guadagneremmo posti nell'HQ: anche in TWO, che adottava questo sistema di status diversificati, le nazioni piccole con seggio (Slovenia e Uk) dovevano comunque passare attraverso le potenze militarmente più forti per poter ottenere dei gradi.
Conclusioni
Ma quindi, cosa ci consentirà di difendere i nostri confini?
Certamente non la sola adesione all'alleanza. C'è stato un tempo (molto lungo) in cui i governi avevano l'abitudine di addossare al mancato aiuto di EDEN le nostre sconfitte militari. La verità però è che la nostra partecipazione alla vecchia alleanza era a dir poco passiva: impostavamo i DO come detto dall'alleanza, mandavamo qualche rappresentante alle riunioni e questo ci sembrava sufficiente.
In tutta la storia di EDEN solo tre italiani hanno fatto parte dell'HQ (mappina, Fleija e me, che ci sono stato quasi informalmente): tutti e tre in ruoli subalterni.
Non abbiamo mai avuto una visione chiara e pubblica delle strategie di EDEN, e se le abbiamo commentate lo abbiamo fatto solo tra noi.
Questo, oggi, non ci consentirà di difendere un bel niente.
Cominciamo però invece ad avere le basi per una crescita futura: la popolazione eitaliana è mediamente più informata sull'estero, in molti trovano normale joinare MU straniere e interagire con giocatori di altri paesi.
E' questo che in ultima analisi ci darà la forza di sfruttare la condizione oggettiva di ponte geografico e politico tra due membri di spicco dell'alleanza (Spagna e Croazia), di attirare l'attenzione sulle nostre battaglie e fare così in modo che siano al centro delle strategie della nuova alleanza.
Più visibili saremo, più il nostro campo di battaglia sarà avvertito come naturale, e con questo fatto le strategie militari si dovranno confrontare.
Più attenzione da e per l'estero ci sarà, più probabile sarà la crescita.
E una volta che, chissà, saremo riusciti a diventare una nazione forte, allora vedrete che non dovremo faticare per avere e gestire uno status privilegiato.
Vostro,
Feliks
Comments
Vabbe ma che pollo.
Ora lo leggo, dopo mandami un PM che devo dirti una cosa.
Vogliamo Feliks MoFa, CP e Papa!
\o/ lol
V, i prossimi MoFA avranno molto lavoro da fare.
v
v
Certo che è interessante... Ma non è una mentalitá troppo da "Botswana"??
Il senso è che non dovremmo fare il passo più lungo della gamba: abbiamo molte altre cose che possiamo fare che sono più utili alla nostra crescita, piuttosto che impegnare le nostre forze nell'ottenere (e gestire sopratutto) uno status privilegiato.
Diciamo che in linea generale è molto sensato quello che dici ma un pò di amor proprio non guasta mai...
Naturalmente non possiamo metterci al pari degli imperi o quasi tali ma non vorrei neanche che passasse l'idea: "facciamo così schifo che è meglio stare a guardare ed elemosinare un posto in una possibile alleanza..."
No certo, son d'accordo, anzi è quello che in qualche modo ho cercato di dire nelle conclusioni: aspettarsi l'aiuto dal cielo non serve a niente.
Invece possiamo consolidare la nostra posizione (un pò con le iniziative di cui parlavo nell'articolo scorso, un pò sopratutto con l'azione dei singoli) e puntare alla crescita.
Cioè con atteggiamento positivo e aggressivo, ma senza andare oltre ciò che possiamo sostenere.
V o7
Magnifico 😃
Analisi interessante
V
Il problema è che l'apertura all'estero non implica necessariamente maggior forza militare. In soldoni, noi possiamo pur sapere cosa stanno facendo tutti i Paesi dell'eMondo, ma se schiappe siamo, schiappe rimarremo.
Oggi si, ieri anche e domani pure. Ma il discorso della tendenza si riferisce ad un lasso di tempo di alcuni mesi: è chiaro che l'apertura all'estero non ci fa crescere di botto, ci vuole costanza (e sopratutto attenzione).
Ma non vedo proprio la causalità, Feliks. Tu dici che dovrebbe diminuire il tasso di abbandoni semplicemente perché chi arriva dovrebbe capire qualcosa di più sul gioco.
Ma francamente tra il pubblicare articoli sulla situazione estera e capire le dinamiche di gioco, ce ne passa... Cioè, francamente, capiamoci: non è che da noi succedano 'ste grandi cose. O arriva qualche alleato e fa casini in Serbia, o la Serbia o la Slovenia ci dichiarano guerra per farsi l'impero. Non è che non si capisca cosa sta avvenendo. E sapere cosa sta facendo il Botswana del momento non mi aiuta granché se vedo che a casa mia le cose non van per niente bene.
La causalità sta nel fatto che il danno di erep è globalizzato tanto quanto l'economia rl.
La politica è globale, quindi non è tanto che "da noi non succede niente", è che gli eventi che accadono nel "territorio" italia sono determinati da altri che vengono da molto più lontano geograficamente, ma dietro alla porta di casa se consideriamo che basta cliccare su un tasto per combattere dall'altra parte del mondo.
Questa è la comprensione di cui parlo: giocare ad erep come il gioco globale che è.
Ma è davvero così globale, Feliks? I protagonisti sono locali. Ok, c'è l'AS, ma nessuno farebbe mai la follia di fare un AS da noi.
Gli eventi che accadono da noi sono determinati da quelli che stanno al di là dell'Adriatico: sarò un incompetente in politica estera, ma i nomi che girano son sempre quelli: Serbia, Croazia, Slovenia. Certo, le relazioni con altri Paesi sono importanti, possono aiutarci o ostacolarci. Ma non saranno mai una causa determinante di ciò che avviene da noi.
Sottovaluti molto gli mpp e l'interdipendenza delle battaglie, cioè che in realtà combattiamo tutti una stessa grande battaglia, divisa in quei venti-trenta scontri che vedi nella home.
E il flusso di danno che passa attraverso gli mpp è spesso la parte più consistente: certo poi le battaglie vengono decise sul filo del 50%, ma per arrivare fino a lì il grosso lo mettono i dueclickers.
Può sembrare strano, e certamente è una cosa di cui siamo molto poco consci, però è così, e chi si occupa di strategia militare lo sa bene.
Ti faccio un esempio: durante l'ultimo (o il penultimo, non mi ricordo) governo Glorietta avevamo la capitale separata dal resto del paese, in Trentino: ci accordammo con gli austriaci perché ce la conquistassero.
Avvertimmo i governi alleati di non settare ordini proitalia, perché noi avevamo una quindicina di mpp e l'austria zero.
Ebbene, avemmo comunque grossi problemi a farci conquistare, pure unendo le nostre forze agli austriaci: la massa di dueclikers dei nostri mpp finì per conquistare diverse regioni austriache prima che riuscissimo a venire a capo del problema.
E son sicuro che nessun governo alleato settò all'epoca ordini proitalia per quelle battaglie.
Sai che stai parlando del Governo Glorietta, ovvero di praticamente due anni fa? All'epoca le MU erano molto meno sviluppate, e noi avevamo molti più MPP. Se non ci sono le MU che danno i DO, più o meno direttamente, ben poca gente sparerà per noi. E nessuno penserà mai a mettere DO pro eItalia a meno che non stia avvenendo qualcosa da noi. Questo riporta a sopra. Certo, l'interdipendenza delle battaglie; ma il punto è che la nostra interdipendenza si limita al "qualcuno ci aiuta (la Croazia) / la Serbia ha altri problemi".
All'epoca i DO c'erano già, mi ricordo che Glorietta prese la CH in Salzburg..
Ma a parte questo, l'esito delle nostre battaglie è comunque determinato assieme alle altre.
Gli attacchi che la Croazia muove alla Serbia e a cui noi ci accodiamo vengono decisi in base a come è disposto il danno in un dato momento. Non ci sarebbero stati i due toast alla serbia, qualche mese fa, se non ci fosse stata la guerra Turchia-Iran.
Per cui da noi si parla di slovenia, serbia e croazia, ma è solo perché spesso non ci rendiamo conto delle valutazioni che fanno i "nostri" strateghi, che son quelli croati, a cui noi ci accodiamo.
Ma possiamo staccarci dagli strateghi croati, volendolo, mi domando?
Se no, vedi bene che ho ragione io, in ultima analisi. Contano Serbia, Croazia e Slovenia. Se sì, dimmi dove possiamo andare.
V
Tutto buono finchè hai parlato ingame, il discorso economico e sul Botswana (che è uno degli stati africani più ricchi e con un sistema economico interno più complesso e produttivo) è decisamente strampalato.
Si però se paragonato con un economia come la nostra, l'esempio ci sta 😛
Poteva parlare anche del Congo o della Nigeria oppure del Nepal, è solo un esempio, non credo che Feliks volesse fare un analisi economica approfondita 😛
Eheheheh logico, però ha proprio beccato l'unico stato africano che viene da tutti encomiato per non avere mai avuto problemi interni e con un'economia in interna espansione. Ha centrato l'unico su decine che non andasse preso ad esempio negativo eheheheh
Non è proprio l'unico u.u
C'è il Sud Africa 😛
E anche i paesi del Nord Africa non starebbero male se non fosse che si ammazzano tutti i giorni :/
Inno direi che il SudAfrica non è che sia stato uno paese precisamente pacifico e calmo a parte l'ultimo decennio.
E' per questo che l'ho scelto 😛
Cioè intendiamoci, non sono un esperto di Botswana, però mi serviva l'esempio di un paese politicamente ed economicamente stabile, e che ugualmente non può passare dal terzo al primo mondo di colpo.
Questo per tenere fuori tutte le variabili del neocolonialismo, debiti, struttura sociale, cultura e via dicendo che rendono l'analisi rl più complessa.
Il pacifico Botswana rende di più il ragionamento strettamente economico 😉
Votatissimo, che analisi! 🙂
Votato e condivido l'analisi.
Il titolo fa molto opera latina...
Ma che?
De rerum natura per esempio. molte opere latine di argomento trattatistico (per usare un termine piu moderno) o filosofico, o oratorio, hanno un titolo che è un complemento di argomento, un po' come SULLO STATUS DI etc etc. gnurant
che dire, tutti in Botswana 🙂
Dal punto di vista organizzativo non siamo messi male per essere la cacchina che siamo, e forse un'obbiettivo ambizioso ci potrebbe spronare...
Infondo come nazione abbiamo spaccato praticamente solo quando abbiamo pisciato fuori dal bulacco.
PS: Questa è solo l'opinione di un 2clickers molto poco informato che voleva buttar lì la sua dopo essere uscito a bersi due ape...ora mi taccio 😉
Ma un altro player come feliks da dove lo tiriamo fuori?
Grandissimo come al solito!
Feliks se ci paragoni al Botswana... In Botswana si offendono 😃 Buon articolo!
Ripeto i miei complimenti per la chiarezza e profondita' di visione che dimostri.
La domanda essenziale e' questa: come fare in modo che gli attriti interni ( chiamiamole cosi', in realta' stiamo parlando di piccinerie politiche) frenino l'interesse per la comprensione della situazione internazionale?
Non si potrebbe fondare una specie di progetto erasmus per internazionalizzare un po' di italici?
Saluti
Phitio
Si assolutamente, più conosciamo gli altri 29500 giocatori che giocano ad erep, meglio è 😃
Anche senza un programma specifico, la Farnesina può assolvere al compito di agevolare i viaggi degli italiani, magari in combinato con la lista dei cittadini all'estero, in modo da tenerci comunque in contatto..
Bellissimi come sempre i tuoi articoli 🙂
La mia convinzione è che dovremmo innanzitutto risolvere i nostri dissidi interni. Siamo piccoli, se stiamo separati in fazioni non andremo mai da nessuna parte.
Secondo te un po' di visibilità (al netto degli oneri che comporta) ci farebbe cosi' male?
Andre
Il punto è proprio questo: è vero, bisogna risolvere i problemi interni, ma per farlo ci serve un obiettivo comune ed un metro di giudizio, che si trovano solo se lo scopo è esterno.
Per cui non si può risolvere prima i problemi interni e poi quelli esterni, a meno che non si parta già con l'idea di andare a parare su quelli esterni.
Cioè sull'interno si può operare, ma l'obiettivo finale deve essere quello di essere più forti e competitivi sul piano internazionale.
O quello, oppure ci si perde in mille opinioni, che senza una tensione verso l'esterno diventano tutte ugualmente legittime, accettabili e quindi fonte di estrema frammentazione.
Sei sempre un passo avanti Feliks 🙂
Quoto in pieno! quando ci fai un altro mandato da CP?
Questo poteva essere il mese giusto considerando la tua grande esperienza!
heh volentieri, ma se fo il cp non passo gli esami, e non mi trovo un lavoro.. E non ho i soldi per evitare queste due cose 😛
Asd 🙂
Ovviamente prima la RL 🙂
In bocca al lupo per gli esami allora 😃
Feliks Edmundovic Sullo status di membro fondatore.
Abbiamo il Von Clausewitz di erepublik.
V+S
P.S
Basta che non inizi ad annusarti le scoreggie da solo.