Un giornata da soldato

Day 1,164, 17:57 Published in Italy Italy by Neri Fiorentino

Ho cambiato il titolo del mio giornale, sono italiano, è così bella e ricca la nostra lingua, per un attimo voglio rifuggire dal dominante dilagare degli stranieri idiomi, anglosassoni in primis.

Blog? No, grazie, diario.

Oggi sono andato all'estero, si combatte per fermare l'avanzata di un potenziale nemico, l'organizzazione logistica è perfetta, biglietti di andata e ritorno e razioni, niente armi, almeno per noi della 4^. Gli ordini sono chiari ed arrivano per tempo, anche gli equipaggiamenti sono disponibili in largo anticipo, almeno in mattinata. Come al solito ci viene ordinato di attaccare negli ultimi due minuti di una battaglia il cui risultato è incerto, sono le 14, ma, nonostante l'impegno perdiamo.

Nel pomeriggio la situazione è più caotica, sono le 18, gli ordini non sono chiari e gli equipaggiamenti vengono sboccati solo a t-90 secondi, credo di essere uno dei pochi ad aver avuto la possibilità di approvvigionarmi, questa volta vinciamo, adrenalina, esultazione, la tensione accumulata prima dello scontro, le paure, i dubbi, si scaricano in una gioia isterica che si diffonde attraverso i canali di comunicazione (chat), grida, urli, parole forti, il solito baccano militaresco del dopo battaglia.

Quando è vinta.

Una vittoria in battaglia non significa vincere la guerra, infatti la regione verrà persa.

Riposiamo, domani, forse, sarà ancora piombo e ancora sudore e ancora sangue.

L'esperienza nell'EI è per il momento semplicemente esaltante, sono affascinato dalla perfezione della macchina bellica, i "canali di comunicazione" sono organizzati molto bene, gli ordini talvolta arrivano in ritardo per motivi politici, non tecnici, imparo tanto, faccio esperienza, conosco persone, nascono amicizie.

La logistica è funzionale alle esigenze di un esercito moderno, la distribuzione automatica degli approvvigionamenti è semplecemente stupefacente.

Dove non arriva la tecnologia, poi, provvedono gli uomini, oggi ero all'estero, non potevo acquistare rifornimenti, razioni, sul mercato italiano, avrei dovuto convertire gold in valuta CHF ed acquistare sul mercato svizzero, ma il cambio non era conveniente, tramite i "canali di comunicazione" riesco a contattare alcuni volenterosi che mi inviano tramite "ponte aereo" le vettovaglie, i rifornimenti arrivano veloci, seppur a pagamento e si può continuare a combattere, certo, la convenienza è reciproca, ma ancora una volta rimango stupito dall'efficienza della macchina bellica.

Nasce spontaneo il desiderio di contribuire, anche economicamente, se si può farlo, così se l'Esercito mi equipaggia con razioni da venti punti di wellness penso di acquistarne altrettante privatamente, do ut des, uno scambio di forze finalizzato al raggiungimento dell'obbiettivo comune perchè non è la regola dell'io, ma la regola del noi, uniti, unici.

Quando vedi intorno a te persone concretamente impegnate nel raggiungimento di un obbiettivo comune, persone che come te per passione e divertimento dedicano del lor tempo a questo che non è più solo un gioco, non puoi non sentirti parte parte di un qualcosa di più grande e di emozionante, di un insieme di sensazioni che nascono dalle azioni di una comune anima. L'Esercito mi ha offerto e mi offre la possibilità di esser parte di una forza, di un corpo unico, di uno slancio d'azione, di un anelito di gloria, era così avvilente prima il combattere solo, senza guida, senza poter condividere le gioie ed i dolori dell'azione bellica, i dubbi, le informazioni, le sconfitte, le vittorie, era un agire avulso dal contesto più grande e complesso che la guerra stessa rappresenta. Fight, Kill, e poi? Sembrava tutto vuoto e senza senso. Ora le azioni sono coordinate, c'è una regia, ci sono delle motivazioni, il contesto è chiaro, si agisce in gruppo, si condividono il divertimento, le emozioni, le risorse, come ho detto prima non è più l'avara regola dell'io ma la regola dolce del noi.

Ossequi dal Marzocco