Una lettera inaspettata

Day 2,418, 05:45 Published in Italy Italy by ilKaiser

Buonasera Italiani,

in seguito al mio precedente articolo , ho ricevuto oggi [n.d.r. due giorni fa] una lettera* che mi è piaciuta al tal punto che ho deciso di condividerla

Ecco a voi le parole di Gioab


Io non ho mai fatto parte di EI nei 4 anni in cui sono in Erepublik.

Ho sempre giocato solo fino a quando qualcuno mi invitò nella sua MU.
Questa, poi, passò a me quando il comandante morì.

Ho venduto la MU a un giocatore interessato, guadagnandoci una decina di gold.
Egli vi cambiò nome.

Ma sono rimasto nella riorganizzata Mu.

Morì pure questo cittadino, e anche il capitano, finchè la MU è ripassata di nuovo a me.

Potrei rivenderla...

…oppure cancellarla per sempre.

Devo confessarti... essere il comandante è gratificante!

Persino se sei solo o in pochissimi.

Vinci delle piccole medaglie, che ti aiutano ad andare avanti.

Se poi comandi è anche meglio, il tuo ego ne è soddisfatto!


Perchè allora passare ad EI dove non vincerò probabilmente mai nulla?


Solo per l'Eitalia.


Fin'ora io non ho mai seguito il gioco secondo le preferenze degli altri, sparavo secondo la mia convenienza.

Ma per l'Italia mi sento il dovere di collaborare meglio!

Sento il dovere di essere unito a tutti gli altri, o almeno alla maggioranza, per la gloria di Italia.


E’ vero, perderò qualcosa. Il mio ego non ne sarà contento.

Mi mancheranno le medagliette nel mio palmares; ma questo è il punto:
voglio contribuire a rendere forte e incontrastata una unità militare del mio paese, e questa non può che essere l'EI!

Una solo unità che possa confrontarsi e competere in maniera degna con una qualsiasi di un altro paese.

E’ questo il mio sogno, e voglio contribuire a realizzarlo!





“Un giorno come tanti, in una foresta africana, per l’eccessiva calura scoppia, all’improvviso, un incendio.

E tutti gli abitanti,terrorizzati come non mai prima, leone in testa, che pomposamente si fregia del titolo di “re”, si danno subito alla fuga, pur di non correre il rischio di morire arrostiti tra le fiamme.

L’unico a non fuggire è un piccolo colibrì che in volo, con una goccia d’acqua nel suo becco, non solo non si allontana ma penetra all’interno della fitta vegetazione con l’intento di riuscire, se ce la fa, a spegnere il fuoco che divampa.

Il leone allora che, di lontano, intanto osserva la scena, si rivolge con sarcasmo baldanzoso all’uccello e gli dice :

“Ma cosa credi di fare? Non vedi che la foresta sta bruciando ?”.

E il colibrì serissimo ,di rimando, risponde :”Faccio la mia parte”.

Antica favola Africana

La storia del colibrì è abbastanza nota, come i più sanno, e appartiene ad un ciclo di antiche favole africane. E, come tutte le favole, include ovviamente una morale.

E la morale, che è applicabile a un contesto africano ma non solo, è soltanto una modesta proposta di strategia per chi l’ ascolta, che potremmo denominare “strategia del colibrì”.

In poche ma efficaci parole si sottolinea nel racconto che tutti, basta che siano disponibili a “fare”, possono dare un apporto, modesto per quanto esso sia, per cambiare in meglio le “cose”.

Per rendere cioè il mondo, tanto nel vicino che nel lontano, migliore di come è.
Ma perché questo sia, bisogna crederci nella “strategia del colibrì”.
E con parecchia umiltà.

E, soprattutto non lasciarsi mai scoraggiare da chi ha già deciso in partenza che non c’è alcun rimedio al disastro.

Insomma è l’impegno dei piccoli gesti quotidiani che fa il mondo e che, molto più spesso di quanto s’immagini, può tramutare anche ciò che è male in bene.
Ed è un impegno, che è fatto di perseveranza.

Io da parte mia non posso fare altro che ringraziarlo e spronare quanti come lui a non avere paura e farsi avanti. La nostra grande unità parte da voi.

E pluribus, unum



* Sono un po’ stufo di dire pm. 😁