IX. Riflessioni circa il Salario Minimo.

Day 1,955, 02:49 Published in Italy Italy by AlexanderAle

Visto che nel precedente articolo è nata una interessante discussione, permettetemi di proporvi qualche argomentazione in più riguardo questa interessante quanto importante tematica.

Per fare ciò simulerò 2 possibili scenari in cui di volta in volta cercherò di analizzarne i pro e i contro.

Scenario 1: salario minimo 1 ITL
Come molti hanno scritto nei commenti, una possibile manovra intorno ai salari potrebbe essere quella di impostare il salario minimo (da qui in poi SM) a 1 ITL. Come mi pare di aver scritto anche in un mio precedente articolo, impostare un SM così basso, porterebbe sicuramente ad un aumento vertiginoso dell'autoproduzione/autoconsumo poichè, dal punto di vista economico, non converrebbe assolutamente lavorare come dipendente (supponendo che il salario medio fosse pari al SM). Inoltre, cosa ancor più importante, riducendo il SM si ridurrebbero notevolmente le entrate dello Stato (supposta la tassa sui redditi costante, oggi pari al 9😵. L'aumento degli scambi materiali (una sorta di ritorno al baratto) non solo non farebbe sviluppare la tanto martoriata economia, ma ridurrebbe i flussi monetari in ingresso allo Stato.

Scenario 2: salario minimo 10/11 ITL
Questa tipologia di scenario è stata presentata giá in un mio precedente articolo. Senza rientrare nel dettaglio delle formule, mi limiterò questa volta a simulare "a parole" le possibili implicazioni. Perchè aumentare il SM fino a questo livello? Innanzitutto si registrerebbe un incremento di occupazione, in quanto anche i nuovi iscritti sarebbero allettati dall'idea di lavorare per avere a disposizione 10/11 ITL giornalieri. Inoltre, ciò porterebbe ad un notevole incremento delle entrate fiscali, con ringraziamenti sentiti da parte delle casse dello Stato. Non di poco conto, come effetto "indiretto", si potrebbe registrare una caduta della modalitá "autoproduzione" in quanto con il nuovo SM non sarebbe conveniente autoprodurre/autoconsumare. Nel medio/lungo periodo, si potrebbe registrare una ripartenza dell'economia come forma maggiormente stabile in cui è verosimile ipotizzare un incremento delle aziende più sviluppate e una riduzione delle piccole aziende.

Ovviamente queste simulazioni anche se verosimili sono da considerarsi solo "teoriche" e, affinchè possano essere messe in pratica, è necessario ovviamente avere maggior supporto soprattutto dal punto di vista dei "numeri reali".

APPROFONDIMENTO: nei commenti dell'articolo precedente si legge:
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Esprimo solo qualche mio commento al riguardo. Ovviamente non sono da leggersi come flame, ma come semplici considerazioni in linea con lo scopo del GIOCO. Ridurre così tanto il SM per incentivare lo scambio dei beni è una cosa positiva? Credo di no, per due ordini di motivi:
- riduzione flussi finanziari dello Stato
- diminuzione eccessiva del potere di acquisto. I nuovi giocatori con che soldi acquisterebbero cibo e armi? Non rispondetemi tramite "l'opera sociale" perchè, nonostante la ritenga una impresa degna di lode, dal punto di vista economico come soluzione è fallimentare. Non viene data la possibilitá al singolo di crescere in maniera indipendente.
Riguardo al potenziale di offerta delle aziende, seppur in piccola parte si possa registrare uno scostamento dal SM (ad esempio io imprenditore ho necessitá di assumere così mi discosto dalla massa che paga 1 ITL offrendo 2 ITL) quasi la totalitá si adeguerebbe al SM facendo così registrare un crollo dei consumi. Crollo dei consumi che porterebbe ad avere una contrazione della domanda. Contrazione della domanda significa che l'offerta deve ridursi per adattarsi al mercato. Ciò comporta una diminuzione delle aziende operanti sul mercato. Inizio della spirale recessiva (anche qui!).

APPROFONDIMENTO 2. Più che approfondimento è un consiglio spassionato e secondo me anche molto molto importante. Nel simulare i nuovi prezzi e i nuovi scenari tenete conto soprattutto del potere d'acquisto . I cittadini non amano vedersi ridurre lo stipendio o aumentare i prezzi senza poter acquistare più o meno lo stesso quantitativo di beni.