[Le Grandi Battaglie] Canne

Day 2,553, 04:11 Published in Italy Italy by BANANATORNADO



LA BATTAGLIA DI CANNE

Puglia, 216 a.C.

Annibale Barca ha portato la guerra sul suolo italico. Partendo dalla Spagna e passando per la Gallia Narbonense, ha passato le Alpi passando probabilmente sul Gran San Bernardo. In questa marcia andarono perduti molti uomini ed animali, ma una volta giunti nella pianura padana i ranghi di Annibale furono rafforzati dai guerrieri Galli, che si unirono in gran numero alle truppe Cartaginesi.

I primi scontri con i Romani sono favorevoli ad Annibale, che continua la sua discesa verso Roma: Ticino, Trebbia e Trasimeno sono tutte battaglie in cui le legioni Romane furono sconfitte. La guerra di logoramento attuata da Quinto Fabio Massimo "il temporeggiatore" impedì però ad Annibale di attaccare Roma direttamente a causa dell'impossibilità di reperire viveri. Annibale portò quindi il suo esercito in Puglia, dove fu attaccato da un immenso esercito Romano guidato dai consoli Lucio Emilio Paolo e Varrone.


Il campo di battaglia lo sceglie Annibale e i Romani, abbastanza inspiegabilmente, si adeguano, nonostante sia loro sfavorevole.





Il campo di battaglia è estremamente stretto, e le legioni Romane sono costrette a posizionarsi in uno schieramento più corto e più profondo a causa della morfologia del terreno.
Come si vede nell'immagine sovrastante, la battaglia comincia con la schermaglia attuata dai velites Romani. La cavalleria Romana cerca il corpo a corpo con la cavalleria leggera Numida, ma essa fugge. Invece, sul lato sx, La cavalleria di Annibale impatta contro la cavalleria romana, mettendola in fuga.

La cavalleria pesante aggira quindi le linee Romane, posizionandosi alle loro spalle. Mentre ciò avviene, lo scontro tra le fanterie è cominciato. Il cuneo convesso dei Cartaginesi prima si appiattisce, e poi diventa concavo. Ai lati delle file della fanteria di Annibale stanno i veterani Libici, ben nascosti.
La mischia continua per ore, e il cuneo concavo dei Cartaginesi arretra, facendo di conseguenza avanzare le legioni Romane, ormai stremate e accalcate le une sulle altre.





La cavalleria pesante va ad attaccare alle spalle la cavalleria guidata da Varrone in persona, che è impegnata in una mischia con la cavalleria leggera Numida.
Nel frattempo, i veterani Libici, rimasti appostati per tutto il tempo, assaltano ai fianchi le legioni Romane, che, a causa sia della stanchezza che dell'eccessiva compressione dei loro reparti, non sono in grado di effettuare manovre difensive; la cavalleria pesante chiuse i giochi, caricando i legionari alle spalle.

Ormai accerchiati dai fanti Cartaginesi e infilati da dietro dai cavalieri nemici, i Romani vengono massacrati. I 55.000 legionari saranno tutti uccisi o fatti prigionieri.
Annibale invece ebbe perdite molto ridotte: 5.700 uomini, quasi tutti facenti parte del cuneo di fanti pesanti.


La più grande sconfitta della Roma repubblicana.


Annibale a Canne diede a Roma una lezione di strategia nella sua forma più pura, sfruttando i punti deboli delle legioni Romane. I fanti Romani, attaccando un cuneo concavo, si sarebbero accalcati ancora di più, rendendo impossibile ogni manovra e soprattutto stancandosi terribilmente essendo troppo compressi. La scelta del cuneo non è casuale. Anche il rinunciare ai propri soldati migliori, i veterani Libici, per quasi tutta la battaglia fu un azzardo: se le legioni avessero sfondato le linee Cartaginesi, l'elitè di Annibale sarebbe stata inutile contro forze dieci volte superiori.

Inoltre, Annibale seppe sfruttare il punto debole di Roma: la cavalleria. Una volta aggirate le legioni e messa in fuga la cavalleria Romana, la battaglia è vinta: veterani appiedati e cavalieri attaccano in contemporanea, consegnando il trionfo al condottiero Cartaginese.



Annibale dopo questa vittoria epica non marciò su Roma, conscio che ad attenderlo avrebbe trovato forze superiori e che soprattutto non disponeva di sufficienti rifornimenti per sostenere un assedio. Sperava che gli alleati italici insorgessero contro Roma, cosa che invece non avvenne.
Rimarrà nel sud Italia a lungo, consentendo a Roma di risollevarsi.

Nel 202 a.C. a Zama, Roma si prenderà la sua rivincita sconfiggendo Annibale.