[LaGGenteh] Il Ritorno del Figliol Prodigo

Day 5,939, 11:24 Published in Italy Italy by Dirk Sigfrid

Il tempio dalle fattezze greche, le alte colonne che si perdono nel nero cielo, che così tanto aveva turbato i sogni e le visioni dell'uomo, ormai era solo un pallido ricordo.
In un tempo ormai remoto, la sola vista delle sue colonne ioniche era capace di generare un ammirazione sconfinata nei pochi visitatori che riuscivano a superare le ardue prove e la scalinata dai trecento scalini.
Ora, di quel tempio fastoso, restava soltanto un patetico rudere; la scalinata era attaccata senza sosta dall'edera e dalle erbacce.
Nessuna traccia delle prove che un tempo erano state in grado di far vacillare la volontà dell'uomo.

Costui annusò attentamente l'aria e l'unico olezzo che poté percepire fu quello della morte e della desolazione.
Eppure, quella sensazione oppressiva di essere continuamente scrutato e spiato non svaniva.
Estrasse la spada e si avventurò, avanzando con estrema attenzione, pronto a reagire al minimo rumore.




All'interno del tempio, la miseria non era meno evidente che all'esterno.
Le torce, che in un tempo antico venivano costantemente tenute accese, erano tutte spente; le due tavolate che, in quella che pareva ormai una vita precedente, avevano ospitato i suoi compagni di lotta, vuote.
Le bandiere, con il simbolo del loro ordine, penzolavano ammuffite e polverose.
Tuttavia, non era solo.

L'uomo si voltò, di scatto, e lo vide.
Una figura oscura, avvolta in un mantello nero come la notte più profonda.
Lo avrebbe riconosciuto tra mille altri.
“E così sei tornato,” sibilò, ogni sillaba intrisa di un odio da far gelare il sangue nelle vene. “Non me l'aspettavo. Non dopo tutti questi anni.”
La spada cadde al suolo con un tintinnio che echeggiò nel tempio.
Quando il rumore finalmente cessò, si trovava già in ginocchio, ai piedi della figura ammantata.


“Mi dispiace, mi dispiace.Ho desiderato tornare per anni, non l'ho mai dimenticata! ”
“Ma sai benissimo che io posso leggere nella tua mente. Sei un falzoh! Era scritto che tu dovessi distruggere la ka$tah, non unirti a loro!1!” la figura urlò.
"A volte, per distruggere la casta, devi infiltrartici, ma io sono rimasto uno della ggenteh! Sono tornato per restare."
“Perché non ti rimane nient'altro, perché non hai altra scelta!1!1” sibilò la figura.
"Nessuno di noi ha alternative, siamo nella stessa situazione!"

Entrambi rimasero in silenzio per diversi secondi, riacquistando una parvenza di calma.
Poi l'uomo estrasse da una delle tasche della sua armatura, ormai consunta, un piccolo libro che porse all'altro.
“Forse questo potrà farle capire che le mie intenzioni sono serie e che, nonostante sia entrato più volte nella casta, nel mio cuore rimango uno della gggenteh.”
La figura prese il libro tra le sue mani e, sebbene il suo volto fosse nascosto dall'ombra, era evidente che quel dono lo aveva sorpreso.

“Tanti nostri compagni non ci sono più, siamo rimasti in pochi, dobbiamo lottare.”
Esclamò l’uomo.
La figura soffiò sul libro è anni di polvere volarono nell'aria.
Sulla copertina marrone adesso una scritta, incisa anni e anni prima, era finalmente visibile.

UI AR LAGGENTE
UI AR LEGGIONE
UI NON ADDIMENTICHIAMO
UI NON APPERDOGNIAMO
ECSPET ASS




p.s.1 Ao’ dirk, ma che te sei fumato? Non lo so

p.s. 2 Ah tutti gli eroih della GGGENTE ui uil never forghet