[Pirati & Briganti] La reconquista della Campania

Day 2,549, 15:31 Published in Italy Croatia by Claudio Ferrante

Volgo il mio sguardo all’orizzonte.
Ci sono giornate come questa in cui ti svegli e ti accorgi che ti sfugge il senso della vita. La ragione reale che ti porta a svolgere le tue routines in preparazione della battaglia. Ottemperi alle tue incombenze quotidiane meccanicamente, come se non ci fosse uno scopo reale.
In queste giornate, che coincidono spesso con l’assenza dell’eItalia dalla mappa, tutto perde sapore, le domande ti si affollano nella mente, in fila, pressanti. Ne scacci una e subito dopo ti assale un’altra; un assalto continuo che ti sfianca e ti deprime: quale sarà il nostro destino? Riusciremo mai a liberarci dei vari invasori che, a turno, si impossessano della penisola? Ha senso il continuo saltare da un campo di battaglia a un altro? Lasceremo mai un segno nell’emondo?
Tutte domande a cui non esiste una risposta precisa e che ti investono come un ciclone lacerandoti l’anima; la sensazione ogni tanto è che che le risposte ci siano, ma che siano troppo amare per essere esplicitate.
Parte un segnale dalla plancia, il Capitano ci comunica che l’avanzata polacca in Italia sta prendendo consistenza e che è partita una RW in Calabria di supporto!
Finalmente! La svolta della giornata!
Corro in armeria a preparare i miei ferri. La scorpacciata di Halloween mi ha lasciato in dote un sacco di parti di bazooka che per inedia non ho ancora assemblato. La penuria cronica di mirini è stata compensata dei ritrovamenti dell’ultima settimana. Comincio a contare e con grande stupore mi accorgo di poterne assemblare 29.
L’adrenalina, che mi aveva abbandonato in questi giorni di scoramento, torna a salire di livello, il mio corpo comincia a rispondere ai comandi, le mie mosse sono veloci e precise.
Mi carico in spalla tutto l’armamentario e mi muovo verso il ponte di sbarco. Sento i motori della Santa Lucia che spingono a massima velocità verso la destinazione decisa da Rocco Il Duca. Trovo i miei compagni già pronti e in attesa di cominciare a giostrare. Alevenox ci ha lasciati per arruolarsi nell’EI, la MU governativa di cui anch’io ho fatto parte per più di un anno. Sono rimasti Kenzo e Ermes a contendermi il primato di kill in D1. Atlius il Drago Dormiente è sempre là con l’aria del fratello maggiore. Lo apostrofo tanto per stuzzicarlo un po’ con un sorriso sornione stampato in faccia.
“Vecchio, tra poco arrivo in D2 e ti spiego come si combatte, è finita la pacchia!”
La risposta di Atlius è, come al solito, un esempio del suo stile tipicamente british. Mi mostra il dito medio e mi risponde con parole irriferibili, suscitando il divertimento di Kenzo.
Ermes scuote la testa, so come la pensa. Sparo troppo e arriverò in D2 impreparato e con un livello di forza ridicolo. Credo che abbia perfettamente ragione, ma io non resisto a svuotare tutto l’arsenale. Sono una testa calda, non ce la faccio a passare le giornate ad allenarmi e basta come fanno tanti soldati, mi annoio.
Arriviamo al campo di battaglia. Ci dividiamo subito, ognuno di noi alla ricerca della migliore posizione per colpire il nemico. Mi sistemo dietro a uno scheletro di muro ancora miracolosamente in piedi. I serbi sono esattamente difronte a me. Attivo un bonus danno e prendo la mira.
Primo colpo. BUM. Cratere. Serbo eliminato.
Secondo colpo. Terzo colpo. BUMBUM! Eliminati!
Sento che è la battaglia giusta, siamo in vantaggio e a questo punto comincio a sparare all’impazzata per raggiungere le 75 kill che mi servono per la Medaglia Liberatore.
A ogni colpo che sparo, a ogni cratere che creo, a ogni nemico che abbatto, cresce la mia eccitazione, la mia sete di sangue. Vedo i corpi dei serbi saltare in aria ogni volta che sparo, non riesco ad immaginare vendetta migliore verso i nostri nemici storici.
Colpo. BUM. Colpo. BUM. Colpo. BUM. Col……
Il bazooka, l’ultimo, è scarico. Non ho più proiettili da sparare. Ho fatto una carneficina: 75 morti stecchiti con un danno che supera il milione. Un paesaggio lunare testimonia la mia furia cieca nel cercare di devastare le fila nemiche.
Torno alla nave con la consapevolezza di aver fatto il mio dovere fino in fondo. Ho raggiunto i miei traguardi. Il capitano mi ricompenserà con fornitura doppia.
Mentre ripongo la mia attrezzatura, mi ritrovo la testa sgombra dalle domande di stamattina.
In testa c’è una sola risposta, non risolve né dilemmi esistenziali, né porta a un qualsivoglia Nirvana dei combattenti.
Faccio questo perché mi diverte….

P.S.: nessun serbo è stato maltrattato durante la stesura di questo articolo.

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