Rivoluzione AeG: come funziona là dentro!

Day 353, 03:58 Published in Italy Switzerland by Rocco il Duca

Carissimi lettori,
dopo le ultime vicende di cronaca (quasi nera!) riguardanti la sconfitta elettorale clamorosa del candidato presidente proposto dal più grande partito eItaliano, ho voluto toccare con mano, contattare, capire come fosse possibile che un piccolo gruppo di persone (il mio in questo caso) possa far perdere le elezioni che parevano vinte in partenza.

Ho constatato che il partito AeG funziona come segue:
un piccolo nucleo di persone decide facendo finta di proporre, comanda facendo finta di chiedere consigli, ordina mascherando l'ordine come "consiglio per migliorare il Paese"
e un grande gruppo ubbidisce senza azionare minimamente per un attimo il cervello di cui sono dotati (spero!), senza porsi una domanda, ubbidisce.. come una pecora.. e basta.
Questa volta è successo qualcosa di leggermente diverso però.
Molti militanti del partito non hanno votato per il candidato: tutti motivati da problemi personali come me o cosa?
Secondo me lo scontento inizia a prendere piede nel partito.

L'arroganza dei principali esponenti è palese e pubblica, l'essere politically incorrect è evidente.

Il nuovo Presidente, a poche ore dall'elezione, è stato epitetato nelle maniere più assurde solo per aver scritto un articolo in cui cercava persone volenterose e capaci per completare la squadra di governo. E' questo il modo di manifestare la ricerca del bene comune?

No ovviamente, si sono scandalizzati per questa cosa solo perchè abituati a decidere tutto tra di loro, ad imporre senza discussione le loro idee e senza sapersi confrontare con gli altri.

Questo modo di fare politica non mi appartiene e sono felice che un incidente, un diverbio personale, mi abbia fatto capire tutto questo.
Questo modo di fare politica non mi appartiene, e neanche questa destra così strutturata mi appartiene.
Ma sono cosciente e felice del fatto che, piano piano, le pecore apriranno gli occhi, e la vita per i presuntuosi di partito sarà sempre più dura!.

Il mio sogno è un partito di destra si, severo e autoritario quando serve, però formato da uomini capaci di un dialogo, di un confronto, di scambio per crescere.
Il mio sogno è un partito dove ogni decisione venga presa veramente da tutti insieme, da tutti quanti i suoi membri, dal più carismatico a quello meno abituato ai modi della politica contemporanea.

Aprite gli occhi militanti, aprite gli occhi.
E magari un nuovo partito, fatto di gente non presuntuosa, non arrogante e soprattutto, fatto di potere decisionale ampio e diffuso, non unilaterale.