Diario del capitano: la battaglia di Sardegna

Day 2,437, 02:02 Published in Italy Italy by Antimo Vero

Si susseguivano notizie discordanti. La Spagna si stava muovendo.
Non sapevamo bene cosa avesse in mente ma eravamo pronti, determinati a versare fino all'ultima goccia di sangue per difendere la regione.
Avevamo chiesto a tutti di spostarsi, di recarsi in Sardegna. Il sistema difensivo di qualità 4 e l'opsedale militare erano stati dislocati.
La trincea sarebbe stata robusta. Il muro avrebbe retto ci dicevamo.

Aspettavamo la prima mossa. Le prime truppe nemiche mandate in avanscoperta si erano intraviste già all'alba.
Il sopralluogo era avvenuto.

Dopo la grande scissione, le continue scintille e le scorribande ormai ripetute eravamo consapevoli che presto sarebbe accaduto.
Qualcuno serbava ancora rancore o più semplicemente voleva mettere in evidenza le crepe del un sistema difensivo che aveva perduto i migliori combattenti e cercava di riformarsi.
Passavano le ore. Cresceva la tensione. Eravamo stati allertati tutti. Dai generali d'armata all'ultimo barelliere.
Tutti si preparavano a combattere nell'attesa del grande impatto.
Darkforge smontava e rimontava il suo fucile. Era snervante vederlo ripetere le operazioni a cicli regolari.
Una mandria di reclute si affrettava a stivare le munizioni mentre i generali ispezionavano il campo di battaglia e davano istruzioni alle truppe.
Alle ore 19 mi si avvicina Bisiacco: "A un certo punto qui non si capirà più niente, prendi 4 dei tuoi uomini migliori e prepara tutto l'occorrente per gli armamenti. Ci andremo giù pesante!
Tutti avrete la possibilità di rankare! Fatevi trovare sempre pronti e non smettete mai di armare i soldati"
Tra i sibili e le raffiche udimmo un richiamo.

Cochise tornava con notizie del nemico: "Attenzione, l'anatra è nel forno! Ripeto, l'anatra è nel forno!".

Bisiacco stava preparando la prima linea dettando le indicazioni sulle priorità:
"Dovrete stare attenti soprattutto a loro, Akira, Colinar, Grizly e Maksas.
Cercate di abbatterli non appena si affacceranno sul campo di battaglia!
L'esercito spagnolo è forte ma è Colinar che guida le operazioni. Se riusciremo a colpirli ai vertici potremo sperare di uscirne vivi"

Sentivo i canti delle varie compagnie e ricordavo i tempi dell'addestramento. L'accademia militare di Wolf ci aveva preparato a simili circostanze.
Ma sentire nell'aria l'incombere della battaglia era tutta un'altra storia.
Ricordavo quando con Zanch avevamo terminato il corso, avevamo a lungo studiato e analizzato le battaglie ungheresi e l'esercito svedese, precursore di ogni altro esercito del pianeta.
Ma nulla era paragonabile all'odore del napalm e a quell'enorme ammasso di armi e munizioni che avevamo dislocato lungo tutto l'accampamento.
Uno spettacolo agghiacciante.

Suonarono gli allarmi, stavano arrivando.
L'esercito spagnolo guidato dai più forti tank teocratici. Potevo distinguere Colinar davanti a tutti con l'armatura che brillava sotto il tramonto.
Ce lo avevano anticipato. L'intento era chiaro. Prendere la Sardegna e subito dopo maricare su Roma. Una lezione che l'Italia non avrebbe mai dimenticato.
L'Italia sarebbe caduta sotto i colpi nemici (?).
Lo scontro era prossimo e continui erano gli spostamenti di mezzi e di uomini.
Eravamo in fibrillazione.
La prima armata era stata dispiegata, pronta a reggere l'impatto.

Bisiacco, Claudio, Mappina, Paulus Augustus, Gualtiero, Manaland e tutti i cazzuti tankoni dell'esercito erano pronti a ricevere il nemico.
Mentre ci apprestavamo a raggiungere le postazioni udimmo il suono lontano di guarnigioni che giungevano da est.
Inizialmente fummo presi da sconforto. Eravamo stati accerchiati? Come era stato possibile? Non un rumore, non una mossa.
Le spie ci avevano garantito che nessuno aveva messo piede in Sardegna prima di noi.
Mi girai e lanciai un'occhiata incredula a Bisiacco. Col sorriso sornione e una strana luce negli occhi mi disse di stare tranquillo, erano arrivati gli amici.
Non potendo utilizzare gli apparati a lunga distanza si erano inbarcati in mattinata per raggiungerci sul campo. Da lontano intravidi il braccio teso di Battalgazi affiancato da Nicosianipar, Mattiew Bonn e i capoccioni dell'alleanza (PEACE).
Una speranza accendeva il mio cuore mentre l'adrenalina pompata nel sangue creava in me una strana sensazione di eccitazione euforica.
Stava per iniziare e io ero in prima linea. Pronto a far fuori quanti più nemici possibile.
La notte incombeva. Tutto era pronto.
Un lampo squarciò il cielo. Era iniziata. Qualcuno per errore aveva fatto partire un missile....

TO BE CONTINUE!