Lettera di un Mercenario

Day 1,775, 13:26 Published in Italy Italy by CyberAngelus
Mia carissima millyi,

Mi manchi, mia amata, e mi manca anche nostro figlio, WatchMeandCry.
Non passa giorno senza che io pensi a voi. Come state? Sono stato contento di sapere che nostro figlio abbia finalmente trovato un fidanzato, spero che fra le braccia di un uomo possa finalmente trovare la felicità che non era mai riuscito a trovare con le donne, dagli i miei migliori auguri.

Sono fiero di te, sono contento che tu sia riuscita a mantenere il tuo lavoro al ministero nonostante il buon Castell sia stato deposto. Purtroppo da quando quel manipolo di golpisti è salito al potere le notizie non mi arrivano più con la frequenza di prima. Suppongo che il loro lavoro di censura mediatica stia avendo successo, ma non fa niente, sapendovi al sicuro posso continuare la mia battaglia in giro per il mondo con più serenità.

L'altra settimana sono riuscito a sconfiggere il mio venticinquesimo nemico in Norvegia. Era un omone biondo, sulla cinquantina, baffi arricciati e chioma lunga fino a metà schiena. Ha lottato come un leone, prima di morire si è portato con sé due dei miei compagni. Non ho avuto tempo di seppellirli o di spedire i loro corpi, ma non fa niente, erano mercenari come me e sapevano a cosa andavano incontro.
È crudele, lo so, ma nel mio mondo non c'è tempo per i sentimentalismi. O forse c'è? Ieri, mentre ero in marcia verso la mia nuova meta, ho visto un uomo su di un carretto trainato a buoi che mangiava del formaggio con dei ravanelli. Mi ha fatto tornare in mente la prima volta che ti ho vista, e che subito mi hai fatto innamorare, quant'eri bella mentre mangiavi formaggio e ravanelli su di un carretto trainato da buoi! E quanto eravamo giovani, chi l'avrebbe mai immaginato che alla fine ci saremmo sposati?
A volte penso di smettere, di tornare a casa, trovarmi un lavoro onesto e vivere in tranquillità con voi... Ma non posso, non sono io, non è nella mia natura. Io sono un mercenario... Un mercenario, sì, questo è quello che ti scrivo di solito.

È con il cuore in tumulto che ti scrivo questa lettera. Quello in Norvegia era il mio quarantanovesimo lavoro, mi appresto ora a finire la mia missione in Pakistan e a ricevere la mia undicesima medaglia da mercenario.
Ricordo ancora quando presi la prima, ero contento, esaltato, "ne prenderò dieci", mi dissi. E dieci ne presi, e ora?
Più vado avanti e più mi rendo conto che non ci sarà mai la battaglia finale che poi mi riporterà a casa, ci sarà solo quella dopo, e quella dopo, e quella dopo. Finché un giorno smetteranno di arrivarti le mie lettere ed allora saprai che il mio viaggio si è concluso.

E ripenso a tutte le notti passate al freddo;
A tutti i padroni da cui sono stato ingaggiato;
Ai compagni che mi si sono alternati di volta in volta;
Ai soldi che ho preso una volta finito il mio lavoro;
Ed allora l'ho capito, l'ho finalmente capito.
Io non sono un Mercenario.
Sono una Puttana.


Per sempre tuo,
Madre Superiora