IL COMPLEANNO DI ROMA

Day 2,344, 03:50 Published in Italy Italy by Atlius DC
Il Compleanno di Roma

Vi consiglio di leggerlo tutto...

Oggi 21 Aprile è il compleanno della mia città: Roma.
Sappiamo tutti cosa ha rappresentato nel corso dei secoli, tutti l'hanno guardata con ammirazione, hanno guardato alla sua Repubblica, al suo Senato e ai grandi personaggi che l'hanno abitata come Gaio Mario, Silla, Pompeo, Cesare, Augusto, Cicerone, Catilina, Luciano, Lucrezio, Ovidio, Orazio, Catullo, Virgilio, Menenio Agrippa, Giulio Agricola, Tiberio, Caligola, Claudio, Nerone, Scipione l'Africano, Scipione l'Emiliano e tanti, ma davvero TANTI altri.

Fu invasa, depredata, stuprata da Galli, Vandali e per poco non lo fu anche dagli Unni di Attila. E forse il mio nick che ricorda proprio Atli, il Re degli Unni è il motivo per il quale amo la mia città.


Guardate come i cavalli imbizzariscono e i barbari si preoccupano vistosamente dinanzi alla gloria della città. E' come se i barbari sentissero di perpetrare un atto assolutamente proibito all'uomo: valicare le porte di Roma, la città eterna!

Forse non tutti conoscono la storia che portò Attila l'Unno a non invadere Roma.
Giunto ormai alle porte della Città e pronto ad invaderla Attila si vide difronte il Papa (Leone I) che lo implorò (e forse pagò qualcosina xD) per non fargli invadere la città.
Ma a parte le leggende con le apparizioni di santi ai lati del Papa, leggende che comunque sono bellissime perchè immaginatevi voi il Papa che parla ad Attila e lo minaccia con una schiera di angeli intorno lol, ciò che più conta è il perchè una città come Roma abbia da sempre ispirato e invogliato i grandi del passato a visitarlo.

E' una città vendicativa.

Quando i Galli invasero la città e la depredarono il loro capo Brenno fu invitato dal Senato a parlamentare per trovare una soluzione pacifica, egli con fare deciso gettò la spada a terra e con tono di minaccia disse: "Vae Victis!", Guai ai Vinti.
Aveva ragione, quando Cesare sconfisse Vercingetorige, ultimo capi dei Galli, non vi fu pietà: guai ai vinti! (ciao Brenno ti salutano Cesare e tutte le cohorti xD)

« Ora Vercingetorige avrebbe potuto scappare, poiché non era stato catturato e non era ferito. Egli sperava, poiché era stato con Cesare in rapporti di amicizia, di poterne ottenere il perdono da lui. Così egli venne da Cesare senza essere annunciato, ma comparendo davanti a lui all'improvviso, mentre Cesare era seduto su di uno scranno come in tribunale, e gettando allarme tra i presenti. Egli avanzò imponente, di alta statura, armato splendidamente. Quando si ristabilì la calma, egli non proferì parola, ma si inginocchiò ed afferrò le mani di Cesare in segno di supplica. Ciò ispirò molta pietà tra i presenti al ricordo della sua iniziale fortuna e nello stato attuale di angoscia in cui versava ora. »



Molti scrittori e artisti l'hanno fatto, vedere questa città significava vedere il mondo tutto in una volta, ed è ancora così.

"Al mondo non vedrai cosa maggiore di Roma" diceva Orazio:
Inno a Roma

Roma divina, a Te sul Campidoglio
dove eterno verdeggia il sacro alloro
a Te nostra fortezza e nostro orgoglio,
ascende il coro.

Salve Dea Roma! Ti sfavilla in fronte
il Sol che nasce sulla nuova storia;
fulgida in arme, all'ultimo orizzonte
sta la Vittoria.

Sole che sorgi libero e giocondo
sul colle nostro i tuoi cavalli doma;
tu non vedrai nessuna cosa al mondo
maggior di Roma.

Per tutto il cielo è un volo di bandiere
e la pace del mondo oggi è latina:
il tricolore canta sul cantiere,
su l'officina.

Madre che doni ai popoli la legge
eterna e pura come il Sol che nasce,
benedici l'aratro antico e il gregge
folto che pasce!

Sole che sorgi libero e giocondo
sul colle nostro i tuoi cavalli doma;
tu non vedrai nessuna cosa al mondo
maggior di Roma.

Benedici il riposo e la fatica
che si rinnova per virtù d'amore,
la giovinezza florida e l'antica
età che muore.

Madre di uomini e di lanosi armenti,
d'opere schiette e di penose scuole,
tornano alle tue case i reggimenti
e sorge il sole.

Sole che sorgi libero e giocondo
sul colle nostro i tuoi cavalli doma;
tu non vedrai nessuna cosa al mondo
maggior di Roma.

Cos'è il simbolo "Roma"?
Forse è potere, dominio, impero sulla barbarie, ma è anche cultura e rifugio da un mondo in continuo mutamento, in continua tempesta.
Roma anche agli occhi di chi la visita oggi appare immobile, chiedetelo a chi la abita pur essendo originario di altre regioni (Vajura ad esempio xD), tutti notano la sua immobilità, le stagioni e gli anni passano ma lei rimane eretta e fiera per ricordare a tutti noi che qualcosa di grande ed immenso può essere costruito in ogni epoca ma alla fine arriverà sempre la decadenza.

E' un insegnamento importante, un insegnamento di vita che Roma dà gratis a chi è pronto a riceverlo. Non è vero che è una città frenetica, si magari c'è parecchio traffico e le persone vanno di corsa ma non come in altri luoghi come Milano, Londra, New York eccetera.

I romani hanno fretta ma non corrono, camminano semplicemente a passo svelto lungo le rovine perchè sanno, forse, che il segreto motto dice: "Constanter et non trepide" (Costante, non frettoloso).

Abbiamo i nostri difetti come abitanti, non lo nego, siamo dei chiacchieroni e dei cialtroni, non siamo imbroglioni però e siamo sinceri perchè seppure mentiamo con le parole non mentiamo mai con gli occhi.

Roma è forse la stella più lucente del mondo, la città che si dice eterna poichè se scomparisse Roma, in fondo, cosa resterebbe all'umanità? Poco altro a dir la verità...
Perciò congiuntamente alla nascita di Roma io, Atlius, il Drago Dormiente annuncio:
Ascoltatemi amici, eItaliani, concittadini…

Io vengo a seppellire Atlius non a lodarlo.

Il male che l’uomo fa vive oltre di lui.

Il bene sovente, rimane sepolto con le sue ossa… e sia così di Atlius.

Il nobile Innocenti vi ha detto che Atlius era ambizioso. Grave colpa se ciò fosse vero e Atlius con grave pena l’avrebbe scontata.

Ora io con il consenso di Innocenti e degli altri poichè Innocenti è uomo d’onore e anche gli altri. Tutti, tutti uomini d’onore…

Io vengo a parlarvi di Atlius morto.

Era mio amico. Fedele giusto con me… anche se Innocenti afferma che era ambizioso e Innocenti è uomo d’onore.

Si è’ vero. Sul pianto dei miseri Atlius lacrimava.

Un ambizioso dovrebbe avere scorza piu’ dura di questa.

E tuttavia sostiene Innocenti che egli era ambizioso e Innocenti è uomo d’onore.

Si è anche vero che tutti voi mi avete visto alle feste dei Lupercali tre volte offrire a Atlius la corona di Re e Atlius tre volte rifiutarla. Era ambizione la sua?
E tuttavia è Innocenti ad affarmare che egli era ambizioso e Innocenti, voi lo sapete, è uomo d’onore.

Io non vengo qui a smentire Innocenti ma soltanto a rifervi quello che io so.

Tutti voi amaste Atlius un tempo, non senza causa. Quale causa vi vieta oggi di piangerlo. Perché o Gabriele Magro fuggi dagli uomini per rifugiarti tra le belve brute.

Perdonatemi amici il mio cuore giace con Atlius in questa bara. Devo aspettare che esso torni a me.

Soltanto fino a ieri la parola di Atlius scuoteva il mondo e ora giace qui in questa bara e non c’è un solo uomo che sia così miserabile da dovergli il rispetto signori.

Signori se io venissi qui per scuotere il vostro cuore, la vostra mente, per muovervi all’ira alla sedizione farei torto a Innocenti, torto a ReI, uomini d’onore, come sapete.

No, no. Non farò loro un tal torto. Ohh… preferirei farlo a me stesso, a questo morto, a voi, piuttosto che a uomini d’onore quali essi sono.

E tuttavia io ho con me trovata nei suoi scaffali una pergamena con il sigillo di Atlius, il suo testamento.

E bene se il popolo conoscesse questo testamento che io non posso farvi leggere perdonatemi, il popolo si getterebbe sulle ferite di Atlius per baciarle, per intingere i drappi nel suo sacro sangue, no…

No amici no, voi non siete pietra nè legno ma uomini.
Meglio per voi ignorare, ignorare… che Atlius vi aveva fatto suoi eredi.

Perché che cosa accadrebbe se voi lo sapeste. Dovrei… dovrei dunque tradire gli uomini d’onore che hanno pugnalato Atlius?

E allora qui tutti intorno a questo morto e se avete lacrime preparatevi a versarle.

Tutti voi conoscete questo mantello. Io ricordo la prima sera che Atlius lo indosso’. Era una sera d’estate, nella sua tenda, dopo la vittoria sui Serbii.

Ebbene qui, ecco..

Qui si è aperta la strada il pugnale di Innocenti.
Qui la rabbia di Gabriele Magro.
Qui pugnalo’ Contenitore, il beneamato.

E quando Innocenti estrasse il suo coltello maledetto il sangue di Atlius lo inseguì vedete, si affacciò fin sull’uscio come per sincerarsi che proprio lui, Innocenti avesse così brutalmente bussato alla sua porta.

Innocenti, l’angelo di Atlius.

Fu allora che il potente cuore si spezzò e con il volto coperto dal mantello, il grande Atlius cadde.

Quale caduta concittadini, tutti… io, voi, tutti cademmo in quel momento mentre sangue e tradimento fiorivano su di noi.

Così Atlius lascia Erepublik.

Che …ah… Adesso piangete?


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