eDivina Commedia: Canti eInferno N. 1-2

Day 1,995, 05:26 Published in Italy Georgia by CIaymore
CANTO 1: IL GIOCO OSCURO



Nel mezzo del cammin di nostra evita
mi ritrovai per una community oscura,
ché la diritta via era smarrita.

Ahi ricordar l'esperienza è dura
di esto gioco, tanto che forte
il ricordo rinova la paura!

Tanta fu la curiosità che mi spinse ad entrare
ma per trattar del ben ch'i' vi trovai,
dirò de l'altre cose che dovetti affrontare.

Io non so ben ridir com' i' v'intrai,
tant' era pien di sonno a quel punto
che la via de la ragione abbandonai.

Ma poi ch'i' fui al premere l'iscrizione giunto,
là dove inizava l'avventura
che m'avea di curiosità il cor compunto,

guardai in alto e vidi il suo viso
vestite già de' raggi del sommo sole
che illumina solo chi merita il suo riso.

Allor fu in me la paura del novizio,
d'aver con lui una query di durata
tanto da star immobile come su un precipizio.

E tosto gli risposi con discorso affannato,
"E tu chi sei, perchè mi cerchi, perchè.
Son forse già colpevole d'un reato appena nato ?"

così l'animo mio, ch'ancor era blocato,
si volse a retro a ricordar , il 'chè
che in un gioco mai giocato

lo spinse a crearsi un evita, quando improvvisamente.
colui che prima in chat aveva scorto,
iniziò a parlare scrivendo subitamente:

"Non aver paura, o nuovo giocatore. Tu sarai,
grande è'l compito che mi fu affidato per te,
colui che a la mala gente, se vorrai, e lo vorrai

poichè ciò è il voler del sommo, mostrerà
per ravvivar gli animi, la vera realtà
così da mostrar la retta via a chi s'iscriverà.

Dunque andiamo, o caro contenitore,
un lungo viaggio, ostio, duro c'attende
e per primi visiterem il regno del tentatore".

Costui di nome faceva Quarta Riccardo,
dei tutor dicon sia il re, e fidarmi volli
tanto che come segue de la freccia il dardo

la piuma, così io lo seguii dietro scaltro
colto e attratto dalle sue parole illuminanti
tanto che non osai domandar altro.

CANTO 2: IL LIMBO



Oscuro e profondo era l'antro in cui mi condusse
tanto che, nell'allungar lo sguardo a fondo,
io non vi discernea alcuna cosa. E quarta disse:

«Or discendiam qua giù nel cieco mondo,
ad orride creature prepara la vista
Io sarò primo, e tu sarai secondo».

E io che de l'aspetto di costui fui accorto,
«Come mi infonderai, se pure tu, o guida
temi ciò che andremo vedere, conforto?».

Dissi, ed elli a me: «L’angoscia de le genti
che son qua giù, nel viso mi dipinge
quella pietà che tu in urla senti.

Andiam dunque, non esitiam, che'l tempo stringe».
Così si mise e così mi fé intrare
nel primo cerchio che l’abisso elite cinge.

"Prima d'entrar prepara l'animo per ascoltare,
le genti che cambiaron sponda nell'elite da t4l,
e che l’aura etterna del sommo faceron tremare.

Dell'elite sto parlando, ma non solo. Prepara l'udito,
poichè in codesto luogo son puniti tutti color che
in lor tempo contro al sommo dedicaron il lor spirito".

Frattanto non m'accorsi ch'in primo cerchio fummo
e lo buon maestro a me: «Tu,Container, non dimandi
che spirti sofferenti son questi puniti dal sommo?

Or è ben che sappi, che d'innanzi in esto luogo non vedrai
color che di peccato l'anima macchiarono: essi, o poveri!,
'l non esser battezzati com'unica colpa hanno, e capirai,

andando avanti che codesta è pur sempre una colpa,
ma questa la legge sei ancor picciol per comprendere
e pur io, per molto tempo non capii a mia discolpa."

Ed ecco da lontano una folla avvicinarsi e quando ’ntesi,
chi fossero stupito rimasi assai perchè gente di molto valore
conobbi che ’n quel limbo in sofferenza eran sospesi.

«Dimmi chi è ,maestro mio, dimmi, o mio segnore,
comincia’ a parlare e dimmi chi è costui che la fila comanda
in modo da non condurre la mia fede in un errore":

«O, sicuro che non sai, sicuro che non conosci suo merto
ma costui fa neri fiorentino di nome: credevi che fosse beato?».
Costui del peccato che poco fa dissi ha l'animo coverto".

E tosto colui che la fila guidava pronunciò: «Chi in questo stato,
non seguì le orme del sommo, chi non s'avviò per la retta via
di luce e di beatitudine il suo spirto non è coronato.

Rimembra le mia parole, ricorda bene, o credente:
maestro d'equità e di imparzialità fui, ed infatti sbagliai
defendendo ambo le parti non fui infatti ubidente.

Mai mi espressi in parere ne a favor ne contro'l re,
ed or ora come vedi condannato sono per l'eternità
a veder da lontano la luce per cui non ebbi fé"

Detto ciò lui e la sua fila riprese a camminare
sempre a testa alta, rivolti verso il cielo e'l sole
per cerca de la luce del sommo captare.

"Andiamo" disse Quarta:" Or hai compreso che essi,
pover spiriti umani son condannati eternamente.
a veder il lontano l'empireo, luogo di cui non han gli accessi."