[GDR] CAPITAN ATTILA: L'ERA OSCURA II

Day 2,316, 14:20 Published in Italy Italy by Atlius DC



INNOCENZO DEGLI INNOCENTI
Innocenzo vagava da giorni fra le stanze della sua nuova fortezza a Kirscheher per prendere confidenza coi passaggi segreti, i corridoi e le rampe di scale.
In un tratto della fortezza poco usato e coi mobili malmessi trovò una porta vecchissima e socchiusa dalla quale proveniva uno spiffero gelido...
Entrò.
La stanza era polverosa e male arredata, dappertutto si trovavano ragnatele e macchie nere alle pareti, segno che comunque un tempo aveva ospitato delle candele, della luce e quindi del calore. Su un piccolo tavolo buttato in un angolo, fra numerose altre ragnatele, Innocenzo trovò un piccolo portagioie impolverato.
Era ricoperto di foglia d'oro e aveva un rubino come chiusura.
Dalla finestra rotta vicino al tavolo entrava una leggera brezza.
Chiamò Dirk per farsi aiutare ma Dirk von Felp aveva la mano pesante.
Innocenzo se ne rese conto quando per aprire la scatolina "delicatamente" diede una botta di reni mostruosa facendo schizzare il rubino della chiusura fuori dalla finestra..
-Zuccone che non sei altro!- gli urlò Innocenzo.
Ma Dirk non lo stava ascoltando, qualcosa luccicava all'interno del piccolo scrigno...
Molti dobloni spagnoli riempivano il piccolissimo forziere.



ANDREA SFORZA
Il giovane Andrea Sforza era fuggito da Milano, bandìto dalla sua nobile casata per essersi innamorato di una ragazza della famiglia degli Estensi, giunto nella nuova terra piena di opportunità che era la Turchia non si era fatto problemi ad unirsi al Tiranno di Izmir e alle sue truppe in cambio di un congruo compenso.
Uomo fatto e tutto d'un pezzo, Andrea voleva riconquistare con l'Onore e col denaro ciò che gli era stato ingiustamente tolto.
Quella mattina si sentiva osservato, era come se qualcuno lo stesse seguendo...

Mise la mano in tasca e trovò un coltello...
Andrea schivò l'attacco dell'assassino con una mossa fulminea e tirando fuori il coltello tagliò la gola del malcapitato ma altri due assassini col volto coperto stavano arrivando di corsa verso di lui.
Cercò di inventarsi qualcosa.
Poco lontano i rumori del mercato giungevano alle sue orecchie, il Bazaar di Izmir era un posto molto affollato e dove era facile perdersi...o nascondersi.
Andrea corse più veloce che poteva verso l'entrata, l'ombra lo coprì e si ritrovò a dover schivare i banchi dei mercanti. Ogni tanto si voltava per controllare se i suoi inseguitori fossero più vicini o lontani ma non riusciva a vederli in mezzo a tutta la folla. D'un tratto il Bazaar finiva in un vicolo cieco, si poteva andare solo a destra o a sinistra.
Andrea si fermò per un momento a pensare... a destra il Bazaar era più tranquillo con alcuni banchi che dovevano ancora aprire e l'uscita poco lontana che dava su una piazza.
A sinistra il Bazaar terminava nel quartiere antico di Ozman pieno di stradine strette e vecchie.
Svoltò a sinistra.
Andrea svoltò a sinistra e uscito dal Bazaar si infilò in una delle tante vie che si snodavano, tortuose, lungo il vecchio quartiere di Ozman. Ben presto però si rese conto che era entrato in un vicolo cieco.
Per sua fortuna i Giannizzeri erano sul posto, di pattuglia, ai quali Andrea disse: -Mi stanno inseguendo due assassini col volto coperto, sono Andrea Sforza servitore del Grande Tiranno di Izmir, aiutatemi!-
I Giannizzeri caricarono le armi e si prepararono ad incontrare il nemico.
Gli assassini che si presentarono erano molti di più del previsto, una trentina circa, contro 5 giannizzeri armati di tutto punto, lo scontro fu breve ma intenso e i Giannizzeri prevalsero lasciando sul campo una decina di assassini morti ma subendo tre perdite.
Andrea notò che sul petto della divisa degli assassini era riportata uno strano segno....una S....



TEO DE’ PICCIONI
Teo de' Piccioni continuava a firmare carte, disposizioni e ordini di armi e cibo per rifornire la misteriosa fortezza di cui si erano impossessati.
Improvvisamente fra le carte scorse un contratto che poteva risultare vantaggioso.
Un vecchio lupo di mare offriva in cambio di 20.000 denari 5 sue vecchie navi da rimettere a posto...
Decise di chiamare Ianpaolo per un consulto, in fondo l’esperto di navi era lui. Ianpaolo arrivò celermente, anche lui aveva da fre, organizzare le scorte e i contratti commerciali sul Mar Nero non era facile ma per fortuna i contrabbandieri non avevano l'esperienza e la furbizia di quelli che operavano nel Mediterraneo.
Quando Ianpaolo lesse il contratto disse: -Tutto potrebbe essere amico mio, se quelle navi sono molto mal ridotte ci costerà più rimetterle a posto che comprarle, d'altronde dal tono del contratto mi pare che questo tizio sia con l'acqua alla gola... Non so davvero che fare e il gestore delle finanze qui sei tu, prendi una decisione alla svelta mal che vada le smontiamo e riutilizziamo il fasciame per quando e se dovesse servire la riparazione delle navi che già abbiamo...-
Teo firmò il contratto.
Qualche giorno dopo giunsero notizie dal porto di 5 navi da lavare e svecchiare ma per fortuna nessuna grossa spesa andava fatta per rimetterle in sesto.



LA BATTAGLIA DI IZMIR
Piombarono su di loro all’improvviso.
Le truppe del Capo dei Giannizzeri Taommùs erano state avvertite dell’arrivo di un esercito ma non potevano immaginare ciò che stava per abbattersi su di loro.
Quando Taommùs aveva chiesto al Tiranno di mandare rinforzi il Tiranno aveva deciso di schierare in difesa della città 2500 uomini più 500 Giannizzeri mercenari. Le truppe avevano visto e vinto molte battaglie ma quando aprirono gli occhi quella mattina e guardarono fuori dalle mura si trovarono difronte la bellezza di 15.000 uomini del Regno di Karaman in mano ad Innocenzo degli Innocenti, truppe capitanate da Adalberto Steiner il più temibile dei combattenti di Innocenzo. Come se non bastasse, Innocenzo aveva anche reclutato 500 uomino della Grande Bombarda che non mancarono di presentarsi sul campo di battaglia con un cannone enorme che poteva sparare palle del diametro di 63 centimetri.
Adalberto Steiner disse ai suoi uomini: “Popolo del Karaman! Io vi ho conosciuti da poco eppure mi avete detto di essere uomini coraggiosissimi e indomabili, molti di voi mi hanno servito anche ad Orbetello e di questi non dubito, ma gli altri dovranno dimostrarmi oggi il loro valore! Questi sporchi miserabili non sono un gran che come nemico, lo so, ma è tutto quello che il campo di battaglia ci offre oggi! Combattete con la furia necessaria. ANNIENTATELI!
Le mura crollarono al terzo colpo di bombarda.
All’interno di quelle che un tempo erano splendide mura decorate, Taommùs incoraggiava i suoi dicendo: “Sanno benissimo di aver vinto, e questa è la loro più grave colpa. Noi non possiamo vincere, è inutile mentirsi...ma c’è qualcosa che possiamo fare miei coraggiosi Giannizzeri! Noi combatteremo strada per strada, casa per casa, vicolo per vicolo. Qui verseremo il nostro sangue oggi, ne sono certo, eppure ai Giannizzeri di Izmir verrà eretto un monumento che durerà in eterno e viaggerà attraverso le ere. Esso dirà a tutti quelli che lo vedranno: ! E’ il momento di pagare il tributo di una vita da soldati!
I Giannizzeri offrirono una fiera quanto vana resistenza e presero più tempo possibile per far allontanare il Tiranno verso un luogo più sicuro.
Nella baraonda generale però, Adalberto Steiner identificò Taommùs e si avventò su di lui in maniera folle e sconsiderata mentre il Capitano dei Giannizzeri scostava il suo pennacchio blu e lo riponeva dietro l’elmo con un rapido movimento della testa, caricò il colpo...
Un colpo secco da ambo le parti...
Adalberto Steiner aveva un braccio sanguinante mentre Taommùs veniva portato via dai suoi uomini in spalla, lottava fra la vita e la morte...il colpo gli aveva spaccato un lato dell’elmo tagliandogli di netto un orecchio. Vivo, per miracolo, Taommùs fu trasportato al porto e portato insieme ai sopravvissuti e ai feriti a Pergamom.
Alla fine della battaglia Adalberto Steiner lasciava sul campo 2000 uomini e agguantava un bottino di 75000 denari mentre Taommùs aveva perso tutto 3000 uomini in tutto considerando anche i mercenari. Una carneficina, ma l’Era Oscura era anche questo...



LA BATTAGLIA DI TERASSO
Appena Attila e i suoi avevano avuto notizia dell’attacco ad Izmir avevano deciso di invadere la città di Terasso in mano agli uomini di Innocenti. Il prescelto per condurre le truppe in campo aperto era stato il Conte Nitore che aveva palesato la sua eterna sete di sangue. Dalla roccaforte di Attila erano partiti in tutto 8500 uomini che dopo un viaggio di stenti erano arrivati davanti alle mura di Terasso poco riposati e nervosi.
Dall’altra parte delle basse mura 2500 uomini in tutto si opponevano loro, segno che per conquistare Izmir Innocenzo aveva mobilitato il grosso delle truppe sguarnendo la sua retroguardia. Il Conte Nitore così parlò ai suoi uomini: , i soldati un po’ impauriti si lanciarono all’attacco con rinnovato fervore sostenuto anche dal non voler a che fare con quella sorta di mostro succhiasangue.
Intanto, a difesa di Terasso, Dirk von Felp aveva lo sguardo cupo e continuava ad affilare la spada e l’ascia, molti uomini gli avevano chiesto cosa dovessero fare ma lui non aveva mai risposto...quando le porte delle città furono spezzate e le truppe del Regno di Roum si riversarono all’interno della città Dirk von Felp si alzò lentamente in piedi continuando a fissare il terreno e tenendo in mano la spada e l’ascia. Le truppe si raccolsero intorno a lui preoccupate e invocarono una sua parola. Uno disse: rispose Dirk... . disse uno dei soldati.
. Dirk von Felp uccise da solo 200 uomini continuando a combattere per 4 ore, senza mai fermarsi, poi stanco si vide venire incontro il Conte Nitore, vestito di nero e con lo spadone pesante in mano... La vista di Dirk era annebbiata dal sudore e dalla fatica.
Il Conte camminando con disinvoltura alzò la lama e...
Dirk come un fuoco che ha appena ricevuto nuova legna si ravvivò e piantò l’ascia nel fianco del Conte sanguinario. La battaglia terminò con la conquista di Terasso da parte di Attila e compagni ma almeno Dirk era salvo.
Il Conte inveceera gravemente ferito e portava in dote ai suoi compagni un nuovo territorio e un bottino di 38000 denari lasciando sul campo ben 1000 uomini riuscendo però ad annichilire tutte le forze di Innocenzo degli Innocenti.