La Spedizione dei "Mille": ecco chi ha unito l'Italia.

Day 1,786, 07:50 Published in Italy Italy by Cmax15

I "Mille" erano un corpo di volontari protetto dal Regno di Sardegna. Guidati da Giuseppe Garibaldi, partirono da Quarto, in Liguria, la notte tra il 5 e il 6 maggio 1860 a bordo di due piroscafi: il Piemonte ed il Lombardo.
L'11 maggio, i "Mille" sbarcarono a Marsala, svuotata di truppe borboniche, trasferite pochi giorni prima a Palermo per sedare una rivolta.
I garibaldini marciarono nell'entroterra, trovando resistenza solo a Calatafimi, dove il 15 maggio i "Mille", ormai cresciuti di numero con l'aggiunta di volontari siciliani, sconfissero circa 4.000 soldati borbonici. In questa battaglia, Garibaldi rischiò di essere colpito a morte da una pallottola, ma Augusto Elia, un soldato, gli salvò la vita riportando una gravissima ferita al volto.

Arrivati a Palermo il 27 maggio, dopo numerose rappresaglie cittadine i garibaldini presero possesso della città il 6 giugno, quando concessero ai soldati rimasti a difesa di Palermo di uscire incolumi dalla città.
Il 28 luglio la Sicilia cadde completamente in mano a Garibaldi, quando, dopo varie battaglie in giro per l'isola le rimanenti truppe borboniche, di stanza a Messina, lasciarono la Sicilia in seguito ad un accordo.
Il 19 agosto Garibaldi, sorprendendo le truppe nemiche che lo aspettavano a Reggio, sbarcò a Melito Porto Salvo, in Calabria.
Allora cominciò inesorabilmente ad avanzare.
Il 2 settembre entrò in Basilicata, dove una precedente inserruzione a favore dell'Unità d'Italia aveva già spianato la strada ai garibaldini, che non incontrarono resistenza.
Il 7 settembre, Garibaldi entrò a Napoli senza che i soldati borbonici oponessero resistenza, dato che il re del Regno delle Due Sicilie, Francesco II, aveva spostato in precedenza il grosso dell'esercito presso il Volturno.
Il 1° ottobre (alcuni sostengono il 2), i garibaldini sconfissero l'esercito nemico, composto da circa il doppio di soldati, in quella che è stata chiamata Battaglia del Volturno.

I reali borbonici portarono i resti dell'esercito a Gaeta, ultimo baluardo difensivo, dove i garibaldini cominciarono un assedio il 13 novembre; vennero poi raggiunti dalle truppe sabaude, che conquistarono Gaeta il 13 febbraio del 1861, ponendo fine al Regno delle Due Sicilie.
La spedizione dei "Mille" si concluse simbolicamente il 26 ottobre 1860, con l'incontro a Teano tra Garibaldi e Vittorio Emanuele II.
Garibaldi, prima di ritirarsi a Caprera ottenne che i "Mille" entrassero nell'esercito regolare sabaudo con gli stessi gradi della Spedizione.
Ma chi erano i "Mille"?
Per prima cosa, è doveroso dire che i "Mille" non erano 1.000: da Quarto partirono in 1.162; 64 di questi sbarcarono durante il tragitto per provocare insurrezioni nello Stato Pontificio, mentre in 9 abbandonarono quando scoprirono che erano in missione per il Regno di Sardegna. Quindi a Marsala sbarcarono in 1089.
435 di questi erano originari della Lombardia, la regione più rappresentata.
Più della metà dei "Mille" erano pensionati.
Tra i membri più particolari della Spedizione ci sono Giuseppe Marchetti, che partì da Quarto all'età di 10 anni, più giovane tra i garibaldini, e Rosalia Montmasson, unica donna, moglie di Francesco Crispi, che disobbedendo al marito si imbarcò fingendosi un uomo.
L'ultimo dei "Mille" a morire fu Giovanni Battista Egisto Sivelli, morto a Genova il 1° novembre 1934, all'età di 91 anni.
Al momento della partenza, i "Mille" non avevano munizioni o polvere da sparo, che avrebbero dovuto ricevere da un battello che per qualche ragione non si presentò all'appuntamento, costringendo Garibaldi a sbarcare un paio di volte per rifornirsi.

I due piroscafi, il Piemonte e il Lombardo, ufficialmente furono sequestrati da Garibaldi, perchè il proprietario non voleva essere implicato nella Spedizione.
Infine un anedotto sinistro: la Spedizione dei "Mille" rischiò di affondare insieme ai piroscafi prima dello sbarco a Marsala.
Infatti, nella notte tra il 10 e l'11 maggio, il Lombardo e il Piemonte stavano dirigendosi verso Marsala a luci spente, sfruttando l'oscurità della notte senza luna.
Il Lombardo era comandato da Gerolamo Bixio, secondo di Garibaldi nella Spedizione; Bixio vide una nave nell'oscurità e, credendo di riconoscere una nave borbonica, decise che lui sarebbe affondato, ma portandosi dietro la nave nemica: così puntò dritto verso quella sagoma nell'oscurità, salvo accorgersi all'ultimo che quello era il Piemonte, su cui si trovava Garibaldi, tornato indietro cercando il Lombardo, che aveva perso di vista.
Evitato per un soffio il disastro, i presenti raccontarono che Garibaldi urlò da una nave all'altra: "Capitan Bixio, volete mandarmi a fondo?"

Questo è tutto, spero vi sia piaciuto 🙂
Volevo anche ringraziare coloro che hanno votato il mio articolo su Leonardo per il "Penna d'Oro", che hanno permesso al mio giornale di ottenere questo ambito premio.

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