Elezioni ed eserciti

Day 2,421, 08:50 Published in Italy Italy by Feliks Edmundovic

La polarizzazione e la violenza dello scontro di queste elezioni sono solo l'inizio di un processo avviato con la formazione dell'esercito unico. E' una forza che dobbiamo incanalare, o ci sommergerà.

Lettore pigro o esitante, Questo articolo è diviso in tre parti: la prima storico/filosofica, la seconda di analisi delle elezioni e la terza sui temi reali che ci sono da affrontare questo mese.
Il discorso è uno, ma volendo si possono leggere i tre paragrafi separatamente.



Lo scontro

Qualche giorno fa Colinar, storico fondatore dell'Esercito eItaliano, ha rilasciato un'intervista ad Innocenti, nella quale riandava con la memoria ai tempi gloriosi dell'organizzazione militare italiana, una delle più avanzate del mondo.
Una storia fatta di unità, entusiasmo, azioni repentine e coinvolgenti: la storia di quando con la propria organizzazione gli italiani sconfiggevano nemici anche molto più forti di loro.
Una grande storia, che si interrompe prima nelle tensioni interne crescenti e poi bruscamente, con la partenza della Teocrazia dal paese.
Dice Colinar: "Si era creato un distacco tra i membri Teocratici, sicuri di non aver fatto nulla di male contro la loro nazione, e gli eItaliani che li vedevano come una minaccia."
Parla inoltre di politici corrotti ed invidiosi, che complottarono contro di lui.

Io all'epoca non c'ero, arrivai un pò dopo: ad agosto compio cinque e-anni. Non vissi quindi quegli avvenimenti, ma vissi in pieno quelli che seguirono: i rapporti tra eItaly e gli ex-Teocratici, la spiegazione e giustificazione di quegli avvenimenti "dall'altra parte".

Mi ricordo che la Teocrazia era dipinta come una forza antidemocratica e dispotica, autoreferenziale anche quando l'Italia era unita. Mi ricordo anche che la tensione restava molto forte: benché usciti dal paese, molti teocratici restavano nei commenti e negli articoli di giornale, e lo sport preferito di questa parte della Teocrazia era il "tiro al nabbo", cioè il troll sistematico e sfrenato di ogni nuovo eitaliano.

La separazione era netta: la maggior parte dei grandi tanks italiani era all'estero, e la parte più attiva di loro era impegnata nel troll selvaggio.
Per contro, tutti i nuovi iscritti erano per forza italiani, e quelle forze che attuarono il golpe contro Colinar si trinceravano nella difesa dei nabbi, considerata come politicamente interessata da parte dei tanks.


Vi ho fatto questa manfrina per introdurre uno schema del quale un pò di tempo fa ho discusso con Vajura: una "lente" per capire effettivamente cosa accade in questa gabbia di matti che chiamiamo il nostro ePaese.

L'idea di cui abbiamo parlato è che la dinamica più forte che regola le nostre relazioni sia il rapporto vecchi-nuovi giocatori.

Ciò di cui io sono convinto (e anche Vajura, se posso parlare a nome suo in questo ambito) è che per come è fatto Erepublik, i vecchi giocatori ed i nuovi abbiano possibilità di gioco molto diverse, pure dovendo per forza condividere uno stesso Stato.

Questa differenza è forte, e sono sicuro che se guarderete francamente al vostro modo di giocare converrete con me.
Il vecchio, il tank, è preso dalla guerra, perché vede chiaramente quanto pesi il proprio contributo: è generalmente più attento verso l'estero, sia per provare nuove esperienze sia perché i vecchi nel gioco sono di meno, e dopo un pò tendono a conoscersi tra loro. Il tank guarda al governo, perché è lì che le decisioni sono più immediate e l'esperienza indispensabile.
Per contro, il nuovo giocatore deve interessarsi all'economia per poter crescere, ed alla politica del Congresso, perché è lì che si fanno le leggi economiche. Preso già a capire come funziona la community nazionale, è passivo verso l'estero e poco entusiasmato dalla guerra, nella quale il suo apporto a lui sembra contare poco.

Questo fa sì che gli interessi, le aspettative, i modi di pensare di questi due gruppi tendenzialmente divergano, e questo rapporto sta alla base della crescita o decrescita di una nazione.

Ci sarebbe molto da dire e da precisare, ma non voglio ammorbarvi con ottomila discorsi: se volete poi comunque sapete che per discutere e approfondire queste cose mi trovate.

Preciso solo una cosa: queste osservazioni non vanno intese in senso deterministico, non pretendono di spiegare le azioni del singolo. Spiegano però la cornice storica nella quale il singolo agisce.


Ed appunto questo schema, che viene dallo studio della storia erepublikana, torna alla stessa.
Letta attraverso questa lente, la diaspora teocratica che seguì il colpo di Stato a Colinar fu l'effetto della tensione tra i tanks, che giocavano il loro gioco alla testa della nazione e che poi proseguirono come Nazione Teocratica, e le forze politiche dei giocatori nuovi (tra i quali tra l'altro c'era il PCE), la cui domanda di democrazia mascherava la volontà di voler contare qualcosa in un gioco in cui i tanks occupavano tutte le posizioni chiave.

A seguire come ho detto lo scontro continuò su questo tenore (col trollaggio dei vari grizly eccetera), ed è in questo periodo che il Congresso affermò il suo controllo sull'Esercito e creò il Welfare (a cui tra l'altro lavorai poi anch'io con superpimpo, inviando manualmente panetti per mesi): due cose che esulano totalmente dalle necessità che sente un vecchio player, ma che sono invece necessariamente evidenti per uno nuovo.

Mi sembra anche che da questo stesso troll selvaggio sia nato il sostrato di idee nabbo-protezionistiche da cui poi dopo ha preso avvio Fanaxidiel con il suo eden appartato e chiuso di nabbi.
Sto andando di nuovo per sommi capi, ma dall'introduzione delle MU lo scontro, sempre acceso, si è irrigidito in forme nuove.
Usciti gradualmente di scena i vecchi teocratici, e rientratane una parte attraverso l'Elite, la lotta selvaggia tra vecchi Elite e nabbi T4L si è concentrata nel settore militare, frazionandolo.
Le Mu sono diventate degli Stati nello Stato, dei feudi: ciò ha reso inefficace il nostro paese in battaglia e bloccato il sistema politico, ma ha anche stabilizzato la situazione.

Man mano che i giocatori crescevano in forza si ponevano le basi perché lo scontro venisse stemperato, e con la successiva uscita di scena di Fanaxidiel questo, in una certa parte, si è verificato.
Nelle Mu il rapporto vecchi-nuovi ha teso a riequilibrarsi e quindi dividersi in tante situazioni particolari.
Cosa, questa, che si è riflessa nel sistema politico relativamente fluido (per gli standard italiani) che abbiamo avuto nell'ultimo anno.



Le ultime elezioni


Date queste premesse, le ultime elezioni mi hanno preso un pò in contropiede.
Ho richiamato le parole di Colinar all'inizio dell'articolo proprio perché questi giorni mi hanno ricordato molto il clima di "guerra santa" che c'era con Fanaxidiel, o prima ancora nell'epoca successiva alla partenza dei Theos.

Si sono scontrate due forze che, penso inconsapevolmente, però hanno ripreso parecchi dei motivi del vecchio scontro totale vecchi-nuovi: da una parte il peso dei numeri, il richiamo alla democrazia, i programmi lunghi e un pò goffi, mutuati dalla RL e qui poco realistici. Le tante piccole "teste grige" che votano e manco te ne accorgi.

Dall'altra la maggior parte dell'establishment, una coalizione di partiti molto diversi perché vissuti, richiami alla filosofia del "pochi ma buoni", il fermo convincimento di essere gli unici a poter guidare la nazione.

Ora, proprio perché il processo è all'inizio (ed è un processo, non un assoluto) penso che gli schieramenti avranno i loro assestamenti, cambieranno, ci saranno vicende e via discorrendo.
Però queste elezioni hanno mostrato in nuce i due grandi interessi diversi (e non totalmente contrapposti, a mio parere), e le idee a cui tendono a fare riferimento.

Non è di questo però che voglio parlare, ma della causa che ha mosso tutto ciò, che è l'unificazione degli esercitihe stiamo attuando, strumentale ad un maggiore peso militare.
Mi si obietterà che l'esercito unico non è ancora realtà, ma nel breve periodo questo non è rilevante: è sufficiente che si siano accumulate forti aspettative su questo progetto, da tutti i settori della società, e che sia un progetto credibile.
Perché è vero che ufficialmente l'esercito unitario non esiste, ma molte delle forze più vitali della community vi gravitano ormai attorno, e la decisione dei Pretoriani di restare in EI, diventandone il reparto di punta, è un grosso passo in avanti in questa direzione.

Questo processo può sembrare essere indipendente dalla politica, ma in realtà sta facendo confluire tutti quei rapporti che prima erano appartati in Mu diverse in un unico contenitore, che è anche decisivo per la conduzione della guerra.
Per cui è inevitabile che una massa molto maggiore di aspettative e attenzione vada a rovesciarsi addosso all'Esercito e quindi al Governo.

Questo perché nessuno di noi è solo un cittadino o solo un soldato, e i cambiamenti strutturali in un ambito si riversano inevitabilmente nell'altro.



Cosa è urgente fare


Ciò detto, il risultato delle urne resterà interessante per un mese, e poi decadrà: tra due, tre, quattro anni nessuno più si ricorderà chi ha vinto nel luglio 2014 o perché.

Ciò che ci ricorderemo, e che infuenzerà realmente il divertimento che potremo cavare da questo giochino nei prossimi anni è una sola cosa: il rapporto che decideremo di instaurare tra il nuovo Esercito e il potere politico, e all'interno di questi due blocchi.

Tutte le aspettative si rovesceranno in capo a questo esercito e al governo, scatenando di nuovo questo rapporto vecchi-nuovi e polarizzandolo, perché siamo italiani e ragioniamo così.
Però la realtà è che le due parti hanno bisogno l'una dell'altra: la teocrazia, rimasta senza ricambio, si è spenta, mentre i suoi avversari "nabbi" sono rimasti per anni chiusi nel loro staterello, a farsi le pippe nel congresso.
E' per questa ragione che ho rotto le balle sulle regole dell'esercito unico, e che appena ci riassestiamo tornerò a farlo: per essere forti dobbiamo stare uniti, e per stare uniti abbiamo bisogno di regole chiare.

E' inutile pensare che si possa evitare di polarizzarci e sgomitare tra noi: abitiamo un paese stupendo e pieno di montagne, pigiati uno di fianco all'altro. E' ovvio ci scanneremo sempre tra noi, perché siamo italiani e perché in fondo è quello che ci diverte in questo gioco.
Però o abbiamo regole chiare ed equilibrate, e allora il nostro sgomitare viene incanalato e diventa il propulsore della nostra potenza, oppure dovremo combattere giorno per giorno anche per stabilire che cosa può fare il Cp, che cosa i generali, che cosa gli ufficiali, e saremo talmente impegnati a discutere di questo che ci dimenticheremo di combattere.


Perciò chi occupa o meno la seggiola del Cp oggi è secondario.
Ciò che bisogna fare è dare regole stabili all'esercito, ed è l'unica vera novità di cui si parlerà questo mese.
Fatto questo, scannarci potrà essere anche utile: se lo facciamo prima però non concludiamo né l'esercito né niente, e resteremo a tirarci la merda addosso per altri cinque anni.


Vostro,
Feliks