Diario di un AUDACE - La campagna di Francia

Day 2,713, 02:30 Published in Italy Italy by Lord Fenice


Ed eccomi di nuovo qui a scrivere i miei pensieri e a narrare dei fatti della Campagna in Francia, durata assai poco.

Eravamo a bordo del chinook che ci aveva prelevato alla base e che ci stava conducendo verso i campi di battaglia. Il caposquadra ci stava dando gli ultimi ragguagli sulla missione e come ci saremmo dovuti comportare. Inutile dire che gli insulti motivazionali erano parecchi.
Terminato il discorso e descritti gli obiettivi, li ha ripetuti una seconda volta per essere sicuro che tutti avessero capito quel che dovevano fare.

Restammo quindi tutti in silezio per qualche minuto, finchè il pagliaccio della compagnia non ha voluto dare il suo contributo ad alzare il morale. Diamine. Perchè in ogni compagnia ci deve essere un buffone???

(Soldato 1): Ragazzi, conosco una barzelletta fantastica sui francesi!
(Gruppo): Ma per carità! ... Facci il piacere! ... Risparmiaci!
(Soldato 1): Come si fanno a nascondere i soldi in casa se se abita con un francese??? Basta metterli sotto alla saponetta!!!
(Gruppo): Per favore, risparmiaci! ... Ahahahah! ... Qualcuno gli spari!
(Soldato 1): E sentite quest'altra!
(Caposquadra): SILENZIO! Soldato, prova ad aprire nuovamente la bocca, o mi assicurerò che i francesi usino il tuo cadavere come bersaglio, perchè sarò io a levarti dal mondo!
(Gruppo): Eheheheheh!

Un classico: il tipico sergente-istruttore che ti fa sporcare le mutande di marrone più del nemico. Il resto del viaggio lo passiamo parlando di cosa ci potremmo aspettare una volta arrivati.

Giungemmo in breve sul fronte. Lo si poteva capire anche senza guardare fuori dai finestrini. Come? Semplice: si sentivano già i suoni della battaglia. Fucili, mitragliatori, cannonate: c'era davvero di tutto. E noi eravamo finalmente pronti all'azione. Sorvolammo a bassa quota la zona, giungendo al punto di sbarco: non la base avanzata, ma già oltre le linee nemiche. Avevamo la nostra missione, e questa non comprendeva il fermarsi a fare una pausa caffè alla base avanzata.



Quindi dritti alla meta, venimmo scaricati a terra rapidamente: senza neanche spegnere i motori, l'elicottero ha abbassato la rampa e la squadra è scesa di corsa, mettendosi in posizione tale da copre il più ampio raggio possibile e difendersi dalle imboscate. Scaricato l'ultimo AUDACE, il chinook si risolleva da terra per portare a destinazione la seconda e la terza squadra, mentre la mia si incammina verso l'obiettivo.



Qual era la nostra missione? Presto detto: dare copertura sui fianchi mentre i carri armati avanzavano. Ci dirigemmo su una collina con un bosco, il che ci avrebbe fornito il vantaggio dell'altezza e della copertura. Quindi abbiamo fatto semplicemente il nostro lavoro, sparando a tutto ciò che si avvicinava troppo ai carri o a noi. Avanzammo assieme alla divisione corazzata e per un po' riuscimmo ad aprirci un varco fra le linee nemiche, fino ad un bunker pesantemente fortificato. Il problema principale? I cannoni.



Il loro fuoco concentrato dei cannoni, a cui si è aggiunto il fuoco di sbarramento dell'artiglieria, ha avuto un notevole impatto sulla divisione corazzata, che iniziava a perdere unità.


E' quindi arrivato l'ordine di ripegare fuori dalla portata delle loro armi a tiro indiretto. Obbedendo all'ordine ci siamo ritirati, controllando ovviamente che il nemico non ci inseguisse. Senza accorgercene, si stava facendo sera con il sole che tramontava all'orizzonte.


Consci del fatto che il bunker sarebbe stato un osso duro, ci chiedevamo tutti cosa si sarebbero inventati i capoccia per farci passare l'ostacolo. Tornati alla base, non fu più un problema della mia squadra, in quanto eravamo stati riassegnati ad un altro fronte. Ci imbarcammo quindi nuovamente su un chinook e una volta a bordo partimmo verso una nuova destinazione ed una nuova missione. Ma questa, come si suol dire, è tutta un'altra storia. Come finì questa, lo sappiamo tutti.




Ma -AUDAX- c'è!