[RACCONTO?] Alla camera ardente.

Day 2,344, 13:06 Published in Italy Slovenia by Gabriele Magro

PREMESSINA: Dedico questo coso ad Atlius, pessimo amico, amato nemico e padre denaturato.
Che la e-terra gli sia lieve (ma non troppo).



Con aria assorta il ragazzo camminava svelto per le strade della capitale.
Non usciva di casa da mesi e la luce del sole gli faceva male agli occhi.
Ovunque, per le strade, c'era un'aria di ansia euforica, di dolore esasperato o di gioia incontenibile. Qualcuno piangeva ostentando disperazione, qualcuno correva per le strade ridendo e stappando bottiglie.

"Il Drago Dormiente si è addormentato, paura più non fa" cantava qualcuno, e mille altri fescennini si alzavano ad oltraggiare la memoria del vecchio condottiero.

Di fronte alla sede del PCE, invece, silenzi e sguardi carichi di luttuosa tristezza facevano da padroni e la bandiera rossa era stata ammainata a mezz'asta.

Il ragazzo non si curava di tutto questo, tirava dritto.
Nonostante la giovane età puzzava già di cadavere, una barba incolta gli era cresciuta sul viso e macchie d'olio e schifezze stavano stampate sulla casacca dell'EI, che non veniva lavata da tempi immemori.

Quasi all'improvviso si trovò di fronte a quel luogo a lui così familiare, la sede del PRI, in cui era stata allestita la camera ardente del vecchio Samurai.
Entrò e l'odore di mille ricordi gli entrò nelle narici.

Più di trecento persone erano riunite nel cortile interno dell'edificio: qualcuno per rendere omaggio al Drago Dormiente e qualcuno per assicurarsi, con morbosa curiosità, che questi fosse morto davvero.
Atlius e il ragazzo non si erano più parlati da quando quest'ultimo aveva fatto le valigie ed era uscito correndo e urlando improperi proprio da quella sede di partito in cui oggi entrava per salutare il suo vecchio mentore deceduto.

Poco fuori dall'ingresso della camera ardente sedeva, sui gradini, Winston.
Fumava una sigaretta lentamente e leggeva un libro sottile e sgualcito con aria assorta.
Il ragazzo lo guardò abbozzando un sorriso nella barba sporca.
Winston, sentendosi osservato, alzò gli occhi dalla pagina e guardò il ragazzo con aria disgustata per poi tornare alla sua lettura.

Poco più in là sorrideva sardonicamente un esserino con le orecchie verdi, che, alla vista del ragazzo, salutò con la mano.
"Ce lo siamo tolti di mezzo, eh?" Disse Innocenti facendo l'occhiolino.
Gabriele Magro lo osservò imitando lo sguardo disgustato che aveva visto da Winston poco prima e tirò dritto verso la camera ardente.

All'interno, silenzioso e morto dentro ad una bara di legno, stava il vecchio drago.
"Son passato a salutare, vecchio bastardo!" bisbigliò Gabriele Magro avvicinandosi al cadavere bianco dai baffi lucidi. Le sue parole avevano l'odore dell'alcool e della trasandatezza e il sapore di una tristezza velata.
Poi, con un gesto rapido, il Failetto tirò fuori dalla casacca la vecchia katana arrugginita avvolta nel fodero e la depose tra i fiori che quelli del Fronte Popolare avevano lasciato ai piedi della bara.

"Il nostro tempo è passato" Disse, guardando il vecchio mentore per l'ultima volta e uscendo dall'edificio silenzioso e funereo.