[eC] - Lunghe riflessioni

Day 1,926, 13:39 Published in Italy Italy by Stedee
Premessa. Questo articolo è composto da miei giudizi. Siete liberi di trovarli di vostro gusto o meno. E' anche un WOT lungo, non piacerà. Siete altrettanto liberi di non leggerlo.

Cos'è eItaly oggi?
Potrete anche rispondere: Stato composto da tre regioni, attualmente in EDEN, e simili. Potremmo disquisire a lungo sulla nostra debolezza militare, sulle cause profonde e su quelle occasionali.

Ma in realtà, eItaly non è uno Stato - è una Comunità, a rischio di far suonare quest'affermazione come banale e scontata. Sin dall'origine della storia gli uomini si sono associati in comunità, per difendersi meglio. eRepublik replica in un certo senso questo modello, formando dei centri d'aggregazione nei quali i giocatori devono convenire, per poter esercitare effettivamente un potere e sfruttare le potenzialità del gioco. Creare un partito, una MU, un giornale, candidarsi, combattere, sono azioni che per quanto possano essere efficaci nel caso singolo presuppongono l'esistenza d'una comunità dietro che sostenga e sviluppi quelle strutture. Per diventare Presidente bisogna convincere la gente a votare la propria idea, esattamente come bisogna convincere la gente ad entrare nel proprio gruppo militare per poter esercitare un'effettiva influenza e vincere una battaglia.

Escludo il modulo economico, dopo le recenti innovazioni è solo un ausilio alla MU. Quasi un ostacolo di carattere organizzativo al sorgere spontaneo di troppi gruppi militari, per la tendenza di ognuno di noi a primeggiare. Per favorire l'integrazione in una comunità è necessario che ve ne siano poche rispetto al numero totale di giocatori. Ecco dunque spiegato il modulo economico d'oggi, composto da poche tipologie di aziende, che per essere redditizie sono molto costose ed accessibili solo a chi fa investimenti con soldi RL, ed a pochi altri (giocatori arricchitisi quando il gioco lo consentiva, ad esempio).

La Comunità suprema, secondo le intenzioni del gioco, è lo Stato - al benessere del quale cooperano tutte le forze, siano esse militari, politiche, propagandistiche. Un'idea di indubbia efficacia dal punto di vista della possibilità d'attrazione di nuovi iscritti - permettendo di convogliare le tensioni nazionaliste dei Paesi in un gioco, alimentato così da passioni di RL. La possibilità di fondare partiti politici aggiunge spessore a quest'idea; sebbene nella pratica di gioco un'ideologia di RL non sia applicabile, è un ottimo specchietto per attrarre nuovi giocatori (per usare un esempio vicino, ci sono stati - nel passato - messaggi di propaganda di alcuni partiti eitaliani che invitavano ad unirsi ad eRepublik per combattere la "feccia fascista").

Siamo giunti al nostro Stato ideale. Secondo le intenzioni di gioco una Comunità più o meno estesa, omogenea per obbiettivo - la grandezza del proprio Paese. Idealmente, ogni piccola comunità dovrebbe unirsi ad altre, per divenire sempre più efficace, sino a giungere allo Stato di eRepublik (potremmo continuare sino ad una dimensione globale, ma sarebbe poco realistico per le strutture di gioco). Tuttavia, abbiamo rimarcato che esiste una dimensione di limite, oltre la quale nessuna comunità riesce ad inglobarne altre, e si formano dei gruppi politici, e militari, sostanzialmente con un unico obbiettivo definitivo ma in lotta per accaparrarsi più iscritti, questa o quella elezione. Dovrebbe rimanere un unico obiettivo ideale, tuttavia: la grandezza dello Stato.

Restringiamo la dimensione - giungiamo all'eItaly. Vediamo da cosa è composta la nostra comunità. Vediamo i tanti partiti, molti dei quali nati da pochi mesi, con programmi vaghi e mal definiti. Vediamo le tante MU, molte delle quali sono gruppi pressoché impenetrabili di giocatori rigidamente volti a conservare la propria autonomia militare, in modo da poterla esercitare come pressione politica.

Partiamo dai partiti. Se c'è una cosa che mi sorprende guardando l'attuale top 5, è il numero di partiti presenti di recente o recentissima fondazione. Sono 3, su 5. Il PCE regge, immutabile governante della politica eitaliana, ma anche gigante dai piedi d'argilla, smacchiatore forse leggermente fallito, il cui primato è stato insidiato da altre forze politiche. Oggi il PCE, a dispetto del numero di membri e della trionfale propaganda, appare profondamente in crisi. Crisi d'idee, crisi di valori, crisi di sistema, come testimoniano la chiusura delle Coop e il destino della BPJ, incerto come non mai. AetG vive nella medesima condizione, prigioniera d'una struttura di gestione forse troppo rigida, senza dubbio peculiare, ma in crisi. Basti vedere il fallimento, inutile negare la verità, della LDC, nella quale pure io personalmente ho creduto, e con me qualche altro. Questa profonda crisi di entrambi è dovuta all'essere stati fondati su altri sistemi di gioco, quando la politica aveva uno spessore secondo me maggiore, ma senza dubbio si basava su forme diverse.

Passiamo dunque ai tre partiti nuovi, LetR, LeI (che pur essendo meno nuovo è stato fondato su un sistema di gioco simile a quello attuale) e ReI. Il primo è un partito nuovissimo, fondato da giocatori direi poco noti alla comunità. Incarna secondo me il perfetto prototipo di partito di successo. Un nome attraente, un bel logo, ma una mancanza di programmi sconcertante, o una scontata banalità di questi. Io credo che fondare un Partito richieda qualche idea profonda. Altrimenti diventa solo desiderio di primeggiare.
LeI, un partito fondato su un ideale militare (come dice il suo nome: libertà per l'eItalia), perfetta incarnazione del modulo militare divenuto dominante, e purtuttavia del modulo politico che sopravvive, divenuto lotta tra gruppi chiusi per la gestione d'un sistema di potere.
ReI, un partito fondato non su un ideale militare, ma su una MU. Un abominio, volendoci pensare, ma in realtà è la perfetta continuazione d'un ideale di gioco volto a creare uno Stato nello Stato, una comunità non basata sullo Stato ma che dello Stato ricalchi le medesime caratteristiche di perfezione previste dal gioco. Ne riparleremo.

Su questi tre partiti, ma anche sugli altri due (mi sento forse per vanagloria personale e, credo, per conoscenza, di escludere AetG, che difatti è ultima nella top 5), grava l'accusa di fare fakes. Multiaccounts. Chiamateli come vi pare. Numeri, in poche parole. Forza numerica bruta volta a conquistare la top 5, a poter andare al Congresso, a poter giocare un ruolo più importante nella gestione dello Stato.

Fuori dalla top 5, rimane un partito di medio-grandi dimensioni e storico, che forse vive la medesima crisi di AetG e PCE, ma di questi ha meno numeri a causa del nome meno accattivante (parlo di LGeI) e tanti altri partiti, alcuni di nuova formazione (in potenza dei nuovi LetR), altri "grandi decaduti". Come IESO, che forse è un tentativo fallito di ReI. Un padre spirituale di questo partito. Creato dalle medesime figure, non aveva un supporto militare. Infine, la mancanza dell'obbligo diretto di gratitudine - voglio dire la mancanza d'equipaggiamenti - ha portato quasi ad un distaccarsi, ed al progressivo decadimento di IESO che oggi vede la top 5 molto da lontano, dopo essere stato il terzo partito dell'eItalia.

Vedete in questi partiti un ideale di grandezza dello Stato? Vedete in questi partiti un tentativo, uno sforzo ideale, di unirsi per giungere alla comunità, alla vera unità di ideali?
Io vedo una crisi, e altre forze che approfittano di questa crisi, ma non per dare un contributo allo Stato - per conquistare una poltrona di più.

In ogni caso, proprio da questa crisi delle forze "storiche" della politica nasce la politica d'oggi, incentrata sul personaggio, non sul suo partito e nemmeno sulle sue idee. Un giocatore tradizionalmente considerato affidabile da abbastanza persone ha più possiblità di vincere le elezioni di un giocatore che non lo è. Forse è un bene, non lo so. In ogni caso vedete che questo fatto accentua la considerazione precedente - un singolo senza particolari scrupoli può arrivare con una certa facilità alla carica massima, la Presidenza.
L'abilità del Partito sta nel controllare sufficientemente bene il Congresso, in modo da evitare scomodi impicci e scomodo flame, e permettere l'esercizio del potere senza intoppi. Si fondono dunque i due elementi, teoricamente all'interno del Partito medesimo, che dev'essere capace di proporre giocatori sufficientemente conosciuti ed affidabili, ma anche di avere abbastanza voti, numeri, da mandare in Congresso abbastanza persone da renderlo innocuo.

A questo s'aggiunge il burattinaio. Un Presidente può essere manipolato da un altro giocatore o da un gruppo di giocatori. Può essere un estensione del Partito, che ritorna così al centro della politica. Può essere caratterialmente debole, facile ad essere influenzato - nelle mani di altri giocatori che non si possono esporre direttamente per impopolarità, ma che nella pratica hanno il vero potere.

Per semplicità, inoltre, ho omesso il discorso delle varie correnti interne ai partiti, presenti una volta, ma oggi scomparse per carenza di idee e di numeri effettivi (un Partito ha una cricca di giocatori veramente attivi intorno alla ventina). Ci sono stati comunque, e forse ci sono tuttora casi di giocatori o fazioni di giocatori che controllano il potere all'interno dei Partiti, nella speranza di influenzare qualcosa di più grande.

Passiamo alle Unità Militari. Quante ce ne sono? Parecchie, ma solamente quattro o cinque risentono d'un importanza nazionale.
Partiamo da quelle private, per semplicità. Ad esse, come avrete già capito, credo si possa estendere il medesimo discorso fatto dai partiti.

Eccovi la BPJ, estensione militare d'un partito politico, sull'orlo del fallimento. Ironicamente, è il contrario di quanto avvenuto con T4L e ReI - quest'ultimo modello ha avuto decisamente più successo.

Già, T4L. La MU militare più efficiente, più grande, che offre migliori equipaggiamenti, che complessivamente sulle quattro divisioni dà il maggior contributo militare all'Italia.
Quella medesima MU che non s'è fatta problemi a negare l'appoggio a questo od a quel Governo, perché in contrario con le proprie politiche. Secondo me è il più grande tentativo della storia di questo ePaese da parte di un gruppo militare di esercitare un'effettiva influenza politica, sia negando il contributo militare richiesto, sia creando un partito portavoce delle proprie istanze. Lo smisurato numero di membri rispetto alle dimensioni dello Stato, il risentimento da parte del suo comandante nei confronti dello Stato Italiano per vicende oramai lontane hanno portato a questo - un tentativo di creare uno Stato nello Stato su cui poter esercitare il proprio potere ed infine ritornare al governo totale sullo Stato, eliminando de facto ogni altra forza d'opposizione, come forze avvenne tra Agosto 2011 e Gennaio 2012. Una brama di potere assoluto. Non fraintendetemi - non intendo dipingere Fanaxidiel come un tiranno assetato di potere pronto a qualunque azione pur di ottenerlo. Ma secondo me è innegabile il suo costante tentativo di giungere al vero potere, alla sua vera essenza. E' l'unico giocatore citato nell'articolo - per la troppo grande importanza che egli ha in questo Stato.

C'è Elite, che deve il suo nome alla sua storia e la sua forza a quei giocatori che si dedicano seriamente al modulo militare. Storicamente essa ha iniziato la tradizione dell'esercizio del potere politico da parte d'un gruppo militare. Parlo di Agosto 2011, quando per motivi pure da molti considerati legittimi il Corpo d'Elite abbandonò l'Italia. Esercitò una seria pressione sul Governo d'allora, che fu seriamente discreditato e che finì il mandato nell'ignominia.

Rimane Audax, un gruppetto militare che non esercita influenza politica poiché deriva da una struttura autenticamente militare, nata senza ambizioni politiche, senza la struttura medesima delle MU. Audax ha esponenti politicamente vicino a molti personaggi di spicco della Comunità, è stata associata a T4L oppure è rimasta totalmente indipendente. In ogni caso, la sua influenza, per quanto possa essere discreta, non compete con quella degli altri gruppi. Audax rimane un gruppetto indipendente, con ideali forse di vero sostegno alla nazione, non so, ma poco propenso ad estendersi autonomamente in politica semplicemente per le sue dimensioni. E' una piccola comunità che non si è fusa in una grande.

Potremmo estendere il medesimo discorso fatto per la politica alle unità militari - anche in queste il Comandante di facciata può avere un consigliere o un gruppo di consiglieri volti ad influenzare costantemente la sua azione in un senso piuttosto che in un altro. Sarebbe ridondante. Basti ricordare che politica e influenza militare sono strettamente collegate, come s'è visto. Un giocatore deve avere seguito anche tra i soldati, non solo tra i politici, se vuole avere successo.

Rimane EI. Il grande esercito statale, superato per efficienza da T4L e per eccellenza militare dall'Elite. Rimane un bel luogo dove esercitare il proprio potere, all'interno dei circoli d'ufficiali, sempre troppo numerosi (se tutto è come ricordo). V'è anche qui la tendenza a esercitare pressioni. S'è vista soprattutto in passato, ma anche in scelte recenti, come quelle sui fondi statali all'Esercito medesimo. Un altro luogo di ricerca del potere da esercitare sugli altri.

Nuovamente, dove vedete il bene dello Stato?

Passiamo al giornalismo. Questa è una forma peculiare, basata sul singolo e non sul gruppo. Una forma che io utilizzo, od ho utilizzato, molto spesso. Non ha ricadute politiche dirette, quanto piuttosto un effetto propagandistico. Fa conoscere il giocatore, fa conoscere la sua idea, influenza le idee all'interno dei Partiti, specie se il giocatore è all'interno d'un Partito e vuole influenzare questo in un senso piuttosto che in un altro. Possiamo vedere molti articoli di eRepublik come vere e proprie orazioni alla Demostene, estendendone in maniera eccessiva l'effetto, ma rendendo bene l'idea in fondo sottesa. La critica, la satira, ma anche l'opinione, sono tentativi di influenzare la realtà politico-militare.

Non a caso i giornalisti più noti, che tra l'altro sono spesso i medesimi alle cariche governative, intendo dire giocatori di prestigio (mi ci metto dentro senza problemi, forse con poca modestia) spesso scrivono articoli nei quali esprimono idee. Queste possono essere riprese, o ignorante, ma sono un tentativo di arrivare al potere.

Ci sarebbe molto altro da dire. Ma, già quest'articolo è lunghissimo, e non risparmia nessuno - so già che nei commenti si scatenerà il flame, e sinceramente poco me ne importa.

Eccoci, signori. Concludiamo. Cosa ho detto, riassumendo? Che ognuno, nel giocare ad eRepublik, cerca di usare potere a proprio vantaggio. E' così in Italia, è così negli altri Paesi.
Ma in Italia questo fenomeno assume dimensioni secondo me preoccupanti, sino a giungere al contrasto col modello ideale di cui parlavamo all'inizio, di bene della comunità.
Cosa c'è da fare? Vorrei tanto dire, come tanti hanno fatto "Uniamoci e combattiamo il nemico!". Ma sarebbe troppo facile, semplicistico. Questo fenomeno è radicato da troppo in questa Comunità, forse è un cancro che non può essere curato. Uso volutamente un termine forte, do un giudizio morale complessivo; ogni singolo può dire ciò che pensa e ritenersi escluso, ma questo è quello che io penso della Comunità nel suo insieme. Mi ci metto dentro, non vi preoccupate - sono uno come voi.

E dunque, a cosa ci dobbiamo appellare? Non esiste catarsi?
Forse una catarsi esiste, e consiste nel far trovare tutti quei personaggi ad un unico, e singolo tavolo. Nel farli chiarire, nel dipanare quella trama di odii reciproci che si mantiene tra concorrenti ad un medesimo posto. Non già risolverla, ma far capire che bisogna lavorare per un unico obbiettivo, quel vero bene comune.

E per questo bisogna giungere a rimedi anche estremi. Bisogna appellarsi non a questa od a quella carica. Bisogna appellarsi allo Stato, unico vero garante, immutabile per quel che riguarda eRepublik. Legare ogni MU ed ogni Partito ad esso con un giuramento di fedeltà. Potrà valere poco, ma io credo che la parola conti qualcosa, specie in un gioco dove non c'è nulla di serio di mezzo. Gli Italiani di RL non hanno grande senso dello Stato, e su questo credo tutti converremo - nel nostro piccolo, richiamiamoci allo Stato, e dimostriamoci suoi degni membri.