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Cittadini, o/
Sono passati più di quattro lunghi anni dalla prima incursione della Slovenia nei nostri territori. Sono quattro lunghi anni che i plotoni e i cingolati sloveni marciano sulla nostra patria, riducendola in rovine. Sono quattro lunghi anni che gli sloveni banchettano sulle nostre terre, depredandole delle loro ricchezze. Sono anni che gli avidi esattori sloveni strangolano le nostre speranze di crescita suggendoci come sanguisughe i balzelli. Sono quattro lunghi anni che dobbiamo vedere le insegne di un paese nemico sventolare ai tiepidi venti italici. Certo, in passato siamo riusciti a resistere, e l’esito delle battaglie è stato a lungo altalenante. Avremmo potuto schiacciarli come vermi, se non fossero stati i pupilli della Serbia, ma negli sloveni, sbeffegiati dalla forza dei nostri tank, covava la smania di rivalsa e, ora, ahimé, abbiamo imboccato una china che sarà difficile risalire. Se vi dicessimo che è arrivato il momento di disarcionare l’invasore una volta per tutte e riprendere saldamente le redini della nostra Nazione, vi mentiremmo: la Slovenia diventa ogni giorno più forte, e al momento sembra impossibile scalfirne la potenza.
Ma quando tutto cominciò, stringemmo una promessa, e non smetteremo di onorarla. C’è un tempo per prostrarsi, uno per combattere, adesso è il momento di alzarsi in piedi e dimostrare al nemico e al mondo intero di che pasta sono fatti gli eitaliani.


Dopo aver approfittato del caos in Francia, tradendo la parola data col patto di non belligeranza stipulato con noi, la Slovenia ha ottenuto uno sbocco sulla Manica. Nel pieno del suo delirio megalomane, Colonel Bruce intende spingere la Slovenia oltre i confini casalinghi che l’hanno sempre tenuta confinata, al centro geografico ma alla periferia dell’Europa: intendono sbarcare in Gran Bretagna e raggiungere lo stato di Impero.