Il paese che lasciò

Day 2,708, 10:12 Published in Italy Slovenia by Matteo Tommasi



IL PAESE CHE LASCIO'

Salì in fretta le scale e si stupì nel non vedere le guardie di sicurezza con cui ogni giorno scambiava due battute prima di iniziare a lavorare. Evidentemente il partito aveva dovuto privarsene per mancanza di fondi.
Aprendo allora la porta con le sue chiavi, ridategli pochi giorni prima da buddhismo, vide davanti a sè due o tre vecchi colleghi. Subito abbracci e saluti. Era tornato innocenti(o forse era sempre rimasto).
Il tempo per i saluti fu poco ma gli abbracci calorosi. Ferveva di voglia di tornare alla sua scrivania e di partecipare all'assemblea del direttivo che si sarebbe tenuta di lì a poco.

Stravaccato sulla sedia della sua finalmente ritrovata scrivania, con le scarpe tolte, un caffè da gustarsi e un panorama da ammirare fatto del poco verde che rimaneva in città rimase assorto nei pensieri e affogato dai ricordi.
Pensò al paese che un tempo lasciò. Quel paese ora non era che una massa di detriti nelle regioni più colpite e una densa rete di cittadine che di ridente avevano solo le facce del dittatore nei manifesti. Sì perchè il dittatore era una persona briosa. Era un burlone che provava l'ebbrezza di giocare a far il despota.
Ricordò con amarezza di quei giorni passati nei bar. Di quei giorni in cui si faceva radio e tv. Di quei giorni in cui si litigava per le poltrone. Quando ci si scannava per un articolo di giornale. Quei problemi, anche tutti insieme, ora sembravano piccoli piccoli. A lui mancava tutto di quel mondo. Eh sì, era un mondo diverso.
Gli Italiani avevano un unico punto fermo e si basava sulla comune rivalità contro i Serbi, i prepotenti invasori. Ora non rimaneva nemmeno quello. I giorni di vecchie glorie, di vecchie amicizie e di vecchi ritrovi; tutto improvvisamente svanito. E forse i giorni funesti dovevano ancora arrivare.
Ma ora sentiva di avere tanti amici. Coloro che erano rimasti in patria, tutti, sopra i partiti e le rivalità.
Prese la tazzina e se la portò vicino alle labbra. Pensò che non era solo, aveva delle persone con un fine comune al suo. Bevette l'ormai tiepido caffè e si rimise al lavoro.