[ECONOMIA DI EREPUBLIK] I Salari

Day 2,343, 01:47 Published in Italy Greece by InnoDC

Terzo appuntamento con la rubrica economica.
Oggi parliamo di salari.

Innanzitutto, cosa si intende per salari?
Semplicemente, la retribuzione giornaliera (su erepublik) dei lavoratori, la contropartita per la loro prestazione lavorativa.
Per fare chiarezza è bene separare due aspetti del lavoro su erepublik: il giocatore è sia "imprenditore-lavoratore" nelle sue aziende (e su questo aspetto magari tornerò in un altro articolo), sia dipendente normalmente in aziende altrui. Il salario fa ovviamente riferimento a questo secondo aspetto.

Detto questo, veniamo subito al nodo cruciale della trattazione.
Ci sono due fondamentali tipologie di retribuzione su erepublik: la retribuzione monetaria (il salario in senso stretto) e la retribuzione in natura. Veniamo ad elencare le differenze tra le tue tipologie:

1) Cosa si riceve in contropartita, nel caso di retribuzione monetaria si riceve una certa somma di ITL; nel caso della retribuzione in natura, si ricevono beni, ovvero armi o panini (di qualità variabile).

2) Le modalità del trasferimento, la retribuzione monetaria è un trasferimento che avviene dentro un mercato "regolato" e tassato; la retribuzione in natura invece viene riconosciuta "fuori mercato", cioè è una transazione che non avviene secondo gli schemi di mercato previsti dal gioco, ma attraverso una donazione dal datore di lavoro al lavoratore, generalmente dopo la fornitura della prestazione lavorativa. All'apparenza, si avrebbe una situazione di forte svantaggio per i lavoratori perchè questi sostanzialmente lavorano "sulla fiducia", sperando che il datore di lavoro adempia alla sua obbligazione e trasferisca i beni che costituiscono la retribuzione. In realtà questa debolezza contrattuale è bilanciata dalla libertà dei lavoratori di recedere in qualsiasi momento il contratto, per cui i lavoratori perderebbero al massimo la retribuzione di una giornata (non ci sono "costi" per il datore di lavoro, perchè non esistono meccanismi di collaborazione tra i lavoratori, finalizzati a segnalare i datori di lavoro inadempienti); l'unica restrizione al diritto di recesso, è che non si può recedere i primi 3 giorni di contratto (in questo caso, se il datore di lavoro non paga fin dall'inizio, il lavoratore razionale smette di lavorare, però perde comunque tre giornate di lavoro).

3) Liquidabilità, la retribuzione monetaria, essendo costituita da moneta, è già liquida; in altre parole, può essere utilizzata per acquistare qualsiasi bene sui rispettivi mercati, per scambiare gold, per comprare edifici (es. magazzini) ecc. senza il bisogno di passaggi intermedi. Invece, la retribuzione in natura (escludendo per semplicità l'universo del baratto), per poter essere effettivamente utilizzata, deve essere prima liquidata, cioè i beni devono essere venduti sul mercato, al prezzo di mercato!
E questo ci introduce ad un altra differenza.

4) Informazioni, per poter valutare la domanda di lavoro che prevede una retribuzione monetaria, è sufficiente utilizzare le informazioni che ci da il mercato, ovvero il saggio di salario e quanto offerto dalla concorrenza (considerate però che la retribuzione monetaria, come anche quella in natura, può essere modificata unilateralmente dal datore di lavoro, in qualsiasi momento); mentre, le informazioni necessarie a valutare una retribuzione in natura sono generalmente di più difficile accesso. Come detto, non esiste un mercato, quindi le informazioni devono essere richieste direttamente al singolo produttore/datore di lavoro. Inoltre, per valutare efficacemente la retribuzione in natura, è necessario un confronto giornaliero con i prezzi di mercato, per determinarne il controvalore monetario (da confrontare con le retribuzioni monetarie).

5) Variabilità, se si escludono modifiche unilaterali da parte del datore di lavoro, la retribuzione monetaria è costante nel tempo; invece, il controvalore monetario della retribuzione in natura varia al variare dei prezzi di mercato (che sono molto volatili su erepublik, sopratutto in presenza di eventi come i tornei).

6) Possibilità di impiego, la retribuzione monetaria è corrisposta direttamente dal gioco, mentre quella in natura richiede l'azione umana della donazione. Per questo motivo, per corrispondere una retribuzione in natura, il datore di lavoro necessita di una struttura organizzativa, che si occupi dei trasferimenti in oggetto, a volte anche complessa, di cui i datori di lavoro che corrispondono una retribuzione monetaria non hanno bisogno. Di conseguenza, i contratti (perchè tali sono, nel senso giuridico del termine, se si trascende la concezione comune di contratto, che è quella di un "foglio scritto e firmato") che prevedono retribuzioni in natura costituiscono un sottoinsieme ristretto all'interno del macroinsieme di tutti i contratti di lavoro, in quanto i contratti che prevedono retribuzioni monetarie sono prevalenti proprio per l'esistenza di questa barriera organizzativa.

7) Il ruolo dello Stato, come detto, lo Stato può intervenire solo sul mercato del lavoro (non ha strumenti per registrare ed intervenire sulle transazioni in natura) e lo fa in due modi: attraverso la tassazione e attraverso la disciplina del salario minimo.
La tassazione colpisce solamente la retribuzione monetaria, quindi questa quando viene valutata e confrontata con la retribuzione in natura, deve essere considerata al netto delle tasse. Ovviamente, maggiore è la tassazione, più si riduce la convenienza della retribuzione monetaria rispetto alla retribuzione in natura e viceversa. Visto che abbiamo detto che, per motivi organizzativi, esiste un limite al numero di domande di lavoro che prevedono retribuzioni in natura, aumentare eccessivamente la tassazione può provocare un crescente peso per questi datori di lavoro e quindi indurli (anche in forza del maggior "prezzo relativo" in virtù della diminuzione del salario netto monetario) a redistribuire i beni che offrono in contropartita su una platea più vasta di lavoratori (anche se bisogna osservare che in questo modo aumenta anche la produzione, quindi gli effetti sono incerti) ovvero di fatto ridurre la retribuzione in natura. L'esatto opposto si ottiene riducendo la tassazione: i lavoratori tendono a preferire maggioramente la retribuzione monetaria e si riduce il numero di coloro che ricorrono alla retribuzione in natura.
Ancora più interessanti sono però gli effetti della politica del salario minimo. Infatti, lo Stato agisce sul mercato del lavoro (ovvero sull'insieme delle domande di lavoro che prevedono retribuzioni monetarie) ma, gli effetti di questa politica, ricadono esclusivamente sui produttori che offrono retribuzioni in natura.
Allora, innanzitutto è bene separare due casi. Poniamo che x sia il saggio di salario di mercato (che, per ipotesi, è sufficiente per garantire al datore di lavoro il pareggio dei costi e un margine di utile minimo richiesto per svolgere l'attività)
Ovviamente se lo Stato pone il salario minimo ad un livello superiore ad x, blocca la produzione. Non si fanno più contratti di lavoro di nessun tipo. Quindi è importante stimare x per avere un limite ideale a qualsiasi politica di salario minimo.
Quindi, in un sistema economico e politico efficiente, il salario minimo sta nell'intervallo [0;x]. Dove si colloca, in questo intervallo, il salario minimo è tutt'altro che indifferente però!
Poniamo che y sia il salario minimo fissato dallo Stato.
In relazione alle retribuzioni monetarie, distinguiamo due casi. Se y si trova nell'intorno di x vi saranno effetti anche sul mercato del lavoro, che vedrà ridursi le domande di lavoro (un simile livello di salario minimo sarebbe sopportabile solo dai maggiori produttori e da quelli maggiormente stabili). Però si tratta di un caso particolarissimo.
Possiamo supporre, invece, che ci troviamo nel caso in cui esiste un "discreto" margine tra y e x. Se così è, non ci sono effetti sulle retribuzioni monetarie perchè il salario minimo è un vincolo che viene rispettato da tutte le domande di lavoro senza problemi.
In relazione, invece, alle retribuzioni in natura, devo aprire una piccola parentesi. Prima ho detto che queste non passano dal mercato. In realtà era una semplificazione. Per poter assumere come dipendente un giocatore, è sempre necessario che questi accetti una domanda di lavoro sul mercato. Però ovviamente il grosso della retribuzione è in natura e la retribuzione "residuale" monetaria (che è obbligatoria viste le regole del gioco) è fissata al livello minimo possibile. Si capisce ora perchè la politica del salario minimo sia così importante per le retribuzioni in natura.
Maggiore è y, maggiore è la retribuzione in natura, a parità di beni oggetto del trasferimento. Generalmente, tuttavia, per un produttore è indifferente corrispondere una retribuzione in natura o una retribuzione monetaria (è una semplificazione, ci sono fattori, come la natura di MU, che fanno preferire la retribuzione in natura; e fattori, come la complessa organizzazione richiesta, che fanno preferire la retribuzione monetaria). Quindi, se si aumenta il salario minimo, i produttori tenderanno a passare alla retribuzione monetaria (o meglio, a ridurre progressivamente il trasferimento in natura). Viceversa, se si diminuisce il salario minimo.
Quindi la politica del salario minimo è la principale leva dello Stato per incentivare l'una o l'altra tipologia di retribuzione.

Considerazioni Finali
Brevemente, abbiamo detto che la scelta dei lavoratori deve dipendere da un confronto tra la retribuzione monetaria e il controvalore della retribuzione in natura. In un contesto reale, sarei portato a dire che il lavoratore "normale" preferisce la retribuzione monetaria (per un semplice discorso di "preferenza per la liquidità"). Su erepublik è tendenzialmente sempre lo stesso, ma è una preferenza meno forte, per due motivi:
1) I beni che si possono acquistare con la moneta sono pochi (non in termini quantitativi, ma qualitativi, ci sono poche tipologie di beni) e quindi la funzione della moneta è fortemente ridimensionata e il baratto più semplice;
2) I beni hanno una funzione sociale ed individuale fortissima, servono per combattare e, tramite il combattimento, per divertirsi.
Per quanto riguarda le preferenze dello Stato, dipende dalla visione complessiva. Se si crede che siano le MU, attraverso i trasferimenti in natura, la loro attività di incitamento, le loro regole interne ecc. a far sì che i giocatori sparino, allora si dovrebbe incentivare le retribuzioni in natura; se viceversa si ha fiducia nella capacità autonoma dei giocatori di capire l'importanza della guerra e si ritiene che il ruolo delle MU sia solo quello di raccogliere ed indirizzare il danno, allora si dovrebbe incentivare le retribuzioni monetarie per incrementare il gettito fiscale.
Infine, per quanto riguarda i datori di lavoro abbiamo detto due cose: sono indifferenti rispetto al tipo di retribuzione, ma vi è una barriera organizzativa per cui solo pochi produttori possono offrire retribuzioni in natura.
Ed ecco che questo spazio limitato viene occupato dalle MU, che appunto preferiscono offrire armi e panini quale incentivo a combattere (se offrissero ITL, aumenterebbero le possibilità di un uso diverso da parte dei lavoratori).

Credo di aver detto tutto 😛

Innocenti

Articoli precedenti:
La circolazione monetaria
Gli investimenti