[Archeologia] Quando c'era l'uninominale
militarista
Solo i primi cinque partiti possono proporre candidati al Congresso. L’ho sempre ritenuta un’ingiustizia, che costringe ad apparentamenti innaturali. Se nella Storia i sistemi proporzionali hanno espresso spesso instabilità, questa ghigliottina la annulla, in una specie di oligarchia. Invece di un sottobosco caotico di sigle, è la dittatura delle formazioni major. I segretari di partito stabiliscono la lista, più o meno collegialmente; gli elettori si limitano a vagliarla, barrando il contrassegno. Fine: la dittatura delle percentuali. Viene calcolato un quoziente, i voti necessari a strappare un seggio, con una formuletta che divide le preferenze totale per gli scranni disponibili. Si dividono, infine, i voti incassati da un partito per questo parametro e ne risulta la pattuglia di parlamentari.
Un tempo era diverso. Preistoria. Le formazioni politiche vivevano ancora una fase «di massa». Sui forum, si raccoglievano per tempo le candidature. Erano le strutture direttive, almeno in AetG, a stabilire l’assegnazione delle candidature su base regionale. Già. E, di norma, serviva la gavetta prima di essere indirizzati su un seggio «blindato», cioè un territorio dove il partito vantava uno storico positivo. Faceva parte del fascino: a ogni tornata, si batteva la cartina in una campagna virtuale. In base a quanti cittadini vi risiedevano, ogni regione eleggeva un numero preciso di parlamentari. Erano ambite quelle popolose, come Lombardia e Sicilia, perché la soglia di sbarramento si abbassava e, di solito, si veleggiava sul voto d’opinione. Tradotto: anche se non arrivavi primo, potevi salire sul treno per la capitale contando sul bacino delle preferenze. Erano temutissimi, invece, i «teatri di guerra», perché in caso di conquista ostile il mandato saltava.
Rara fotografia di un dibattito al tempo dell'uninominale
Quel tesoretto si disperdeva, tragicamente, nella «periferia», che in alcuni casi poteva eleggere solo un paio di «onorevoli». Ho omesso un dettaglio cruciale: quella modalità, mista fra maggioritario e uninominale, si basava sulle preferenze: oltre al partito, i cittadini sceglievano direttamente il candidato, cliccando fisicamente sul suo nome. Così prima dei «raccomandati» veniva premiato chi si «sbatteva», contattando con messaggi personali ai limiti dello Spam l’intera popolazione. «So che ti staranno scrivendo in tanti, ma questo non è il solito messaggio elettorale...», mentivo.
Bisognava «trasferirsi» per piazzare la candidatura: stesso meccanismo per le cabine elettorali. Ne risultava un sistema di coordinamento fibrillante, che dirottava i voti in base al quadro in tempo reale, cercando di massimizzare il bottino. I militanti venivano mobilitati nelle ultime ore disponibili, per disorientare e sorprendere gli avversari. C’era, in effetti, il mito della «notte rossa» perché i commies erano particolarmente bravi a soffiarti lo scranno allo scadere. Mi accadde, in più di un’occasione: andavi a letto pregustandoti la tribuna dell’emiciclo, ti svegliavi tagliato fuori dal PCE. Potevi essere una celebrità, ma se quel collegio si comprometteva venivi sacrificato senza tanti giri di parole, magari a favore del novellino di turno.
Il verdetto dipendeva (anche) dalla propaganda
Infine, era la stagione dei «signori delle preferenze». Perché una quota dei seggi spettava alle «Wildcards», cioè ai primi dei non eletti che, indipendentemente dalla geografia, avevano strappato un considerevole ammontare di voti. Più dei «raccomandati», così, veniva premiato il seguito personale nella community. O, tipicamente, i partitini del sottobosco potevano votare in blocco il loro frontman «ospitato» dai colossi della Top5. Va da sé che le date erano cerchiate sul calendario, vissute con impazienza e frenesia: vere e proprie battaglie, combattute – e vinte – da autentici strateghi. Dopo una sequela di tentativi, ricordo, passai finalmente in Abruzzo. Ne nascevano pure amenità: tipo potersi vantare di rappresentare la Lower Austria, all’epoca dell’espansionismo coloniale a Nord. C’era addirittura il Sisde (Servizio per le informazioni e la sicurezza democratica) che controllava le liste per scovare impostori o sospetti. Quand’è l’ultima volta che avete letto un articolo di presentazione della squadra? È passata pure la voglia, non dico della propaganda, ma banalmente d’accattivarsi la simpatia della platea.
Si tratta di archeologia, ma le sono particolarmente affezionato e – confesso – la rimpiango, come i pionieri delle origini dovettero ricordare i «sindaci». Ma questa è un’altra storia, forse destinata a ripetersi.
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Comments
tanto il PCE elegge ancora delle capre.
Gne gne gne
c.d.d.
Io so solo che se lei avesse solo l'1% percento dell'intelligenza di una capra queste cose non le scriverebbe. Non capisco da cosa nasca tutto questo odio per il nostro partito, ma da ciò sicuramente non potrà mai nascere qualcosa di buono.
per una volta concordo: dalla azioni del PCE non è mai nato niente di buono. E cmq non è odio, l'odio lo riservo per altri frangenti e altre cose, e voi come Erep non siete così importanti per tali mie emozioni. Mi fate semplicemente schifo.
Ecco, come volevasi dimostrare, lei non ha capito nemmeno il senso della mia frase. Infatti, quando ho scritto che non sarebbe mai nato niente di buono, mi riferivo all'odio. Per il resto c'è poco da dire: si commenta tutto da sè.
E io ho risposto che odio non c'è. Solo disprezzo. Che è pure una parola un po' troppo altisonante riferita a voi. Quando vi dimostrerete capaci ed utili in qualcosa, allora avrete il mio plauso. Per quanto mi riguarda non solo siete una vergogna per la nazione, ma anche per il passato, ben più luminoso, del PCE.
Votato. Bell’articolo.
Una volta, con i 3 moduli (politico, economico e militare) ancora ben distinti e funzionanti, ci si divertiva parecchio; i giocatori della prima ora sicuramente lo ricordano ancora. Chi per un motivo, chi per un altro passava le giornate, ma anche intere nottate a pianificare e mettere in atto strategie "lampo" per ottenere il massimo dei benefici possibili in quelle determinate circostanze.
C'era chi prediligeva il modulo politico e durante il mese si occupava di pianificare attentamente gli appuntamenti elettorali, come appunto ricordato da Castell; c'era chi aveva più dimestichezza col modulo economico e passava giorno e notte con carta, penna e calcolatrice a muovere i capitali sugli investimenti al momento più redditizi (allora c'erano anche le ORG, i bilanci aziendali, i tassi di cambio e le retribuzioni basate sulle skills lavorative dei dipendenti...). C'era poi chi si occupava dell'ambito militare, pianificando strategie militari per fronteggiare nemici spesso più forti di noi (anche se va ricordato che per un po' anche noi abbiamo avuto i nostri momenti di gloria nel panorama europeo), chi raccoglieva i rapporti dai soldati della propria divisione (come il sottoscritto, sotto la guida di Caleroide e Robbor), ecc...
Sono questi aspetti che hanno fatto crescere la popolarità di questo gioco. La community era grande, i forum e le chat erano popolati e il gioco stesso risultava decisamente più coinvolgente e interessante. Ma ormai è preistoria...
Grazie mille per il tuo commento, Tom! Corona l'articolo con una aggiunta che avevo trascurato! o7
la semplificazione in questo caso è stata controproducente 😒
V.
Voto e aspetto il prossimo articolo al più presto possibile 😛
caronte approva
VIva il nuovo che avanza, se posso metterlo nel polpettone e poi passarlo a mia suocera...
Persino io sono arrivato dopo questo sistema. Deve essere stato figo *_*
v.
Votato. Interessante
Guacamole.
...
Prima della cittadinanza, questo sistema veniva utilizzato per fottersi interi paesi. Se avevi un partito in territorio straniero o ne prendevi uno all'ultimo momento, potevi candidare e fare eleggere tuoi uomini per prendere il controllo del congresso. Noi italiani lo facemmo in Sudafrica coi teocratici, lo subimmo dai croati.
Gli stessi teocratici scendevano dalla Svizzera a supportare aetg. Akira, colinar, dudley, Cesare Borgia, bronks ecc...
Sarà stato poco etico ma almeno il gioco era vivo.
Al tempo la chat era tutto. Il coordinamento era fondamentale e la candidatura a cm veniva considerato un grande onore.
Completamente d'accordo. Prima andare al congresso era veramente un onore e tendenzialmente ci andavano i player piu' esperti ed attivi. Ora invece ci va chiunque, sopratutto per la medaglietta ed i gold. Infatti le discussioni in congresso sono completamente diverse da quelle "vecchie".
E' bello leggere in merito alla preistoria di erep.
Mi sento meno vecchio.
v.
v.
sarebbe bello avere altre informazioni sul passato di erep, soprattutto per chi è arrivato dopo la sua "era d'oro". Inoltre vorrei capire come mai certe cose funzionanti sono state abbandonate col tempo
Cerca nei giornali dei player più anziani. Ci troverai un sacco di articoli storici. Ci sono anche gli annali che raccontano un po' la storia. Ma tante cose non vengono raccontate da nessuno
Se non ricordo male, da qualche parte c'era una raccolta che tratta le vicende italiane durante i primi anni del gioco. Non ricordo bene perché sono passati un po' di anni, ma se non sbaglio se ne occupò Innocenti... Comunque, ti linko un paio di articoli che ho scritto qualche anno fa per i miei primi 5 anni di gioco (a settembre di quest'anno saranno 10!). C'è anche qualche screen delle vecchie versioni del gioco.
https://www.erepublik.com/en/article/i-miei-primi-5-anni-di-evita-vita-morte-e-miracoli-2447229/1/20
https://www.erepublik.com/en/article/ricordi1-2212078/1/20
Come tutte le cose sarebbe stato meglio un sistema misto. Magari aperto a tutti i partiti con uno sbarramento in % ma senza legare regioni elezioni e guerre. Tenere solo le cose positive dei sue sistemi e piuttosto mettere altre figure eleggibili tipo i Sindaci che dovevano re introdurre nel 2015/16.
Quando cominciai a giocare io il voto non era leato alla residenza ma comunque le elezioni erano su base regionale con le preferenze; le elezioni erano molto ma molto più divertenti. Sia la scelta di presentare chi e dove sia il passare le giornate elettorali a cercare di gestire l'afflusso dei voti in una regione piuttosto che in un'altra. Sicuramente il gioco, rispetto ad ora, era molto più partecipato e divertente. Essenzialmente era un altro gioco, molto più politico e strategico, rispetto a quello di oggi che è molto più paga e spara (generalmente in una TW); però c'è da dire che era anche, probabilmente, molto più impegnativo sotto il profilo di tempo da dedicarci.
I bei tempi quanto Erep non era solo un gioco clicca, clicca, clicca. Ma c'era la chat, c'era tanto altro oltre il semplice gioco.
Purtroppo mi sono perso questo aspetto delle Elezioni Congressuali che sarebbero da rivedere. ma non portando i big money nelle tasche degli admin, figurati se rivedranno il modulo politico
Ccc
c+v
Вот о7
zzzzz
Ah