[Archeologia] L'era degli Dei

Day 4,163, 14:01 Published in Italy United Kingdom by militarista
«Peace is not the absence of conflict; it's the absence of inner conflict».
(Dal VII capitolo di The Book of Dio)
Questa è la Storia, sepolta nel tempo, di quando gli Dei scesero in mezzo ai mortali. Un mito – a lungo tramandato nella leggenda, ma oggi disperso nei rivoli della memoria – chiamato Teocrazia. Oggi sono contemplate due modalità di gioco: la repubblica, con le sue lungaggini vituperabili intrise di rappresentanza, e la dittatura, assolutismo militare. Un decennio è un arco di tempo imponente, figuriamoci su internet: già all'epoca, nel mezzo di un gelido inverno, la Teocrazia nacque come «terza via», uno schema alternativo e completamente nuovo di giocare. Perché, in fondo, di questo si tratta: GdR allo stato dell'arte.

Questo logo, visto e rivisto, fu anche l'emblema del partito

I – Introduzione
Più dei libri di storia targati Wiki, troppo asettici, questa ricostruzione – per forza di cose divulgativa e semplificatoria – si fonderà sul ciclo di articoli (qui il primo) vergato da Dio Akira, uno dei protagonisti di quella stagione. Stesa in prima persona, la sua narrazione rende giustizia a cosa rappresentò quell'esperimento: un'«età aurea», come la definì l'insigne e-storico Luco, sfumata nel passato e sempre rimpianta, mai eguagliata. La serie di articoli dell'ex nume, «Dio» viene da lì, spopolò, con centinaia di voti a ogni puntata: una campagna, come vedremo, non fine a se stessa quella, postuma, del 2013. Fu comunque un evento mediatico. Prima del sequel che sfigura sempre rispetto al film-cult, cominciamo dalle origini.

II – Natale in Sudafrica
Non è un cinepanettone, giuro. Prima dello splendore sulle Alpi, venne un blitz ai confini del globo. Fu una scorribanda criminale, ma piratesca.
: Ciao, ti andrebbe di far parte di un gruppo di players senza scrupoli e di guadagnare un bel po di soldi?
Era questa la chiamata alle armi, riferita da Akira nella genesi, quando ancora le chat impazzavano: un messaggio senza fronzoli, per un arrembaggio alla luce del sole. Il reclutamento si conclude. È il dicembre 2008, con un'operazione illegale quel gruppo di soldati annoiati apre una breccia nel Congresso di Pretoria: con regole differenti, bastava spostarsi in una regione per candidarsi e votare sotto elezioni. I numeri incoraggiano l'invasione: «in tre giorni furono svuotate le casse del Sud Africa». Lo scalpore internazionale per la rapina costa una figuraccia diplomatica, tanto che il governo italiano cerca di smarcarsi, condannando l'operato dei predoni. Una scomunica che non deve tangere più di tanto la ciurma, con i forzieri stracolmi di bottino. Un po' per gioco e un po' per la creatività fine a se stessa nella fondazione ex novo un partito da assoggettare a fini, si fa per dire, delittuosi, quel cavallo di Troia era stato battezzato Partito Teocratico. Gli Dei erano ancora asserragliati sull'Olimpo, ma la loro dimora terrena ora li attendeva.

III – La congiura
In un clima arroventato, la community si spaccò, su due barricate. Nelle prime presidenziali del 2009, si configurò uno scontro inedito. «Con queste premesse — racconta Luco — si andò alle urne a gennaio con due schieramenti non più fondati dalle consuete coalizioni di destra e sinistra ma un vero e proprio scontro esercito contro congresso». La spuntò Colinar (AetG), il condottiero. «Già all'insediamento fu chiaro che la frattura era oramai vicina — leggiamo negli Annales —, la squadra di governo, infatti, presentava gran parte dello stato maggiore dell'EI tra cui molti membri del TO in Sud Africa».

Il dialogo istituzionale naufraga: il parlamento è sordo, il neo-presidente preferisce il decisionismo militare alla cerimoniosità partitica. Nel giro di 48 ore, lo sfidante sconfitto del «partito del congresso», Pier4reich, orchestrò una sfiducia: l'esecutivo venne detronizzato. La scintilla, così si tramanda, fu la proposta di un'alleanza con l'Ungheria, votata in ritardo dagli «onorevoli». Alla furia di Colinar corrispose una congiura di palazzo.
Il suo programma, però, si basava sulla necessità si sveltire la prassi. Su questo punto, il comandante aveva raccolto consenso fra le truppe, spesso arenate in attesa del placet parlamentare. «I cittadini (o meglio soldati) che avevano riposto in lui la speranza di vedere uno snellimento della burocrazia, si sentirono traditi», ricorda ancora Luco. Protesta l'esercito: dimissioni di massa, dai generali ai caporali. Saltò persino il Capo di Stato Maggiore.
«I believe in the sun, even though it is slow in rising.
I believe in you, without realizing.
I believe in rain, though there are no clouds in the sky.
I believe in truth, even though people lie.
I believe in peace, though sometimes I am violent.
I believe in Dio Brando, even though he is silent».
(Un aforisma del Dioismo, dottrina di cui la Teocrazia
è una filiazione dal Pantheon ampliato, ibidem)

IV – Svizzera mon amour
All'indomani dello scisma, si è radunato — anche tramite veri e propri reclutamenti — un gruppo di giocatori coeso e in rotta con la «Patria». Sull'onda d'entusiasmo per il colpaccio messo a segno in Sud Africa, resta solo da scegliere verso quale destinazione migrare. E nel mirino viene messa la Svizzera, che stava per ricomparire sulla mappa dopo una lunga dominazione. «Quel lembo di terra sarà il nostro Olimpo», si tramanda sia stata la profezia di Dio Akira.

La bandiera di quell'esperimento teocratico sulle Alpi

In meno di un mese, lo schema è definito. Si ripete il copione: viene creato un partito dal nome che riecheggia lo Scudo crociato: Unione democratica di centro (Schweizerische Volkspartei). Il 23 gennaio vengono «paracadutati» i golpisti. I più insospettabili si infiltrano in altre liste. «Scoppiò il putiferio — ricorderà Dio Akira —, ma la disorganizzazione degli svizzeri si percepiva nell'aria». Nonostante le campagne di stampa allarmistiche, i Teocratici si impadroniscono del congresso: 20 parlamentari su 30, è un trionfo.

Un documento d'archivio sulla vittoria elettorale

Il resto è leggenda. La nazione viene svuotato a favore delle org (oggi scomparse), viene edificato un ospedale (idem). Alla confinante Italia sono cedute due regioni, siglando un patto — verbale — che stabiliva l'intervento teocratico in caso di aggressione alla Penisola. Quell'accordo sarebbe stato rotto durante una successiva offensiva teocratica, tramite la Spagna, contro l'Italia che causerà defezioni nelle file dei «crociati». Viene eletto come presidente Dio Brando, discusso nume di una religione virtuale, il Dioismo, da cui la Teocrazia si differenzia per un Pantheon più esteso. Si suggellava così la comunione d'intenti con il Pakistan, all'epoca un autentico impero teocratico, oggi in rovina.
«La nostra idea era di creare “La Terza Via” — spiegherà Dio Akira —: un terzo blocco (oltre Atlantis e PEACE) che fosse unito da uno stretto legame tra nazioni, sopratutto piccole nazioni, e che non dovesse dar conto alle grandi potenze come Romania, Ungheria, USA, Spagna ed Indonesia». Seguirono campagne militari di liberazione, affiancate da una efficiente macchina statale, nella culla di un piccolo eremo capace di attrarre cittadini da tutto il mondo, mettendo in secondo piano le nazionalità originarie. Altre notizie su quell'epopea non ci sono giunte, i suoi protagonisti non sono qui per raccontarle ed esse sfumano nella mitologia (e quanto sarebbe bello approfondire questa «Theocratic War»).

V – L'effimera riapparizione
Vi fu un ritorno, quasi un revival, degli Dei. Fuori tempo massimo: fra il gennaio e il marzo 2013. Gli scritti di Dio Akira avevano preparato il terreno, riaccendendo i riflettori su un format tramontato dopo i fasti del passato. «Silent leges inter arma!», torna a suonare l'antico motto. «I numeri vi sono avversi, i territori sono pochi, ma l'impegno sarà grande. Sarà questa la culla della nuova civiltà teocratica — è la profezia delle divinità redivive —. Una terra ricca di sacra Sabbia, simbolo dell'amore fraterno tra Dioismo e Teocrazia, copiosa di sacra Neve che rese la Teocrazia una delle più influenti religioni di questo pagano mondo e siamo certi che da domani anche rigogliosa delle sue sacre foreste che renderanno l'Italia Teocratica un modello da imitare».
La mole, imponente, di voti capitalizzati dagli articoli è indice di un'hype cesellata a dovere. E la fibrillazione mediatica si traduce in voti, quando God Dark si candida con un programma di restaurazione teocratica, rifondando l'antico partito. A gennaio, con il 47,39% delle preferenze si impone una coalizione che va dalla Giovane eItalia ai monarchici; a febbraio, Mappina viene incoronata con il 59,72% delle preferenze (301 voti). Era «mia nonna», nonché sacerdotessa in quel remake: dispensava benedizioni, arringava le armate. «Non sarò qui a promettervi che passeremo di alleanza e avremo vita facile — c'era qualcosa di poetico, o retorico, in quella discesa in campo, no? —. O che magicamente saremo liberi dagli invasori. Perché non è così. Lunga e impervia sarà la strada da percorrere, ma io vi dico che farò del mio meglio per assicurare alla nostra Nazione stabilità e la maggiore prosperità possibile».
Vennero ripristinati gli antichi culti e, annotazione marginale, durante quei due mesi indimenticabili feci da Primo Ministro. Era stata ristorata la volontà degli dei (parte uno e due). Soffiava propaganda tipo:
«Gli Dei hanno indicato la strada,
tocca all'uomo compiere il proprio fato...»
Tornarono in auge le cariche, un po' marchettare. Al dicastero dell'Informazione, con una retorica opinabile, confezionavamo articoli in duplice versione: una ufficiale grondante di magniloquenza e latinorum, più un testo bonificato per gli «infedeli». Avevamo tempo da perdere, lo ammetto. Però le nostre veniali riforme dell'esercito, la macchina da gioco di ruolo così oliata e con un modello da riecheggiare, avevano riacceso qualcosa. Una speranza, un clima. Durò poco, ma questa è un'altra storia: la condanna di ogni capitolo di questi bit e byte che sciamano verso il vuoto.

«There is no wrong path, only wrong directions»
(Ibidem)


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A tempo perso, qualcuno avrà notato che sono in corsa per la presidenza di Aquila et Gladius. È mia intenzione riattizzare l'eredità che ci ha preceduto.

SLIA.